Testi: Dennis O'Neil
Disegni: Neal Adams
Volume Contenente: Green Lantern (Vol. 2) #76-#87, #89; The Flash (Vol. 1) #217-#219, #226
Volume Contenente: Green Lantern (Vol. 2) #76-#87, #89; The Flash (Vol. 1) #217-#219, #226
Anno di Pubblicazione: 1970-1973
Etichetta: DC Comics
Prezzo: 30,00 €
Trama:
Lanterna Verde è uno dei guerrieri più valorosi del cosmo. Freccia Verde è un arciere coraggioso che si batte instancabilmente per i meno fortunati. Cosa succederà quando Hal Jordan e Oliver Queen decideranno di compiere un viaggio che li condurrà sulle strade di un’America flagellata da problemi apparentemente irrisolvibili?
Il Mio Parere:
Sul finire degli anni sessanta, l'allor editor della DC, Julius Schwartz, affidò allo scrittore Dennis O'Neil il compito di dare una svolta alla serie Green Lantern, che stava per essere chiusa a causa di un calo di vendite. Lo sceneggiatore fu inizialmente titubante riguardo al compito affidatogli, perché non molto sicuro di trovare una linea editoriale giusta per il personaggio. Tuttavia, O'Neil ammirava molto giornalisti come Hunter S. Thompson e Pete Hamill e - prima di diventare un nome grosso in DC, e poi nel comicdom in generale - si era prodigato in scrittura di opere giornalistiche che descrivevano un deciso impegno politico/sociale riguardo i temi che in quegli anni erano pressanti nell'opinione pubblica. Fu così che a O'Neil venne l'ispirazione riguardo il registro narrativo da seguire, cosa che gli permise di dare vita ad una seminale storia della letteratura supereroistica.
Attivo nel mondo del giornalismo, Dennis O'Neil vide nella richiesta di Schwartz il modo di conciliare la sua professionale di scrittore di fumetti, con quella personale di persona attiva nei problemi socio-politici dell'epoca. Con Green Lantern, il suo obiettivo era quello di fare dei fumetti una nuova forma di giornalismo che si limitasse, però, a mostrare alcuni argomenti che (per stessa ammissione dello scrittore) erano strascichi del fine anni '60: dei problemi di quella amata-odiata decade che nessuno s'impegnò veramente di risolvere e che, di conseguenza, divennero le piaghe della successiva decade. Il suo obiettivo non era quello di portare né polemiche, né soluzioni, ma utilizzare un personaggio legato al mondo della fantasia che facesse da filtro tra la versione disincantata che il lettore aveva del mondo e quella che, in realtà, aveva al di fuori dalle pagine del fumetto.
Così si "limita" a rimanere aggiornato sui cancri del mondo dei primi anni '70, trasformando Lanterna Verde in Dante, lui stesso in Virgilio, e accompagnando il lettore attraverso i gironi d'Inferno degli Anni di Piombo. In questa enorme presa di coscienza, O'Neil si dimostra tanto intelligente quanto umile; intelligente, perché consapevole che problemi così complessi non potevano essere analizzati nel limitato spazio delle pagine di un fumetto mensile; umile, perché altrettanto consapevole di non poter portare soluzioni al lettore. Per tanto, quasi tutti i procedurali episodi che compongono la saga, si concludono coi protagonisti che stringono un pugno di mosche, attanagliati da molte più domande che risposte e l'amarezza in bocca derivata dall'avere così tanto potere, ed essere - nonostante ciò - così impotenti e poco efficaci verso il problema trattato nel numero di turno. La cosa non era fatta per sadismo verso i due protagonisti, quanto più per valorizzare l'intenzione di mostrare i problemi del mondo di allora.
Nella richiesta dell'editor, però, si presentava un problema: non tanto il cosa trattare, ma il come. Di cose come razzismo o guerre sono capaci tutti di parlarne, ma se vuoi portare avanti una tematica e valorizzare certi punti di vista, ti serve sopratutto dibattito tra due fazioni opposte e passare in rassegna tutte le possibili prese di posizione. Quindi, la decisione geniale fu quella di introdurre un co-protagonista che si contrapponesse al titolare della testata: Freccia Verde, per l'appunto.
Scavando nel profondo e sintetizzando quello che è Lanterna Verde, lo si può descrivere come un poliziotto fatto e sputato. Sicuramente dalla parte del bene, ma pur sempre un poliziotto: un cripto-fascista che prende ordini e commette atti di violenza seguendo le regole di una autorità che non mette in discussione. Se gli mostri una infrazione alla legge, lui applica automatica la sanzione prevista da quella precisa legge non rispettata, senza mai chiedersi il perché dell'infrazione o il perché dovesse applicare quel tipo di sanzione. Quasi come un segno del destino, ad O'Neil capitò il personaggio che meglio poteva aiutarlo a denunciare quello che definiva "autoritarismo da cowboy": quella mancanza di autocoscienza che spinse l'America all'invio di truppe armate nelle guerre di Corea e Vietnam.
Convinto sostenitore del fumetto come superiore mezzo di comunicazione, O'Neil capì che anche anch'esso stava maturando e cominciava ad affinare i suoi personaggi con una caratterizzazione più fine e le trame verso una struttura più sofisticata; spesso i personaggi delle storie acquisivano la sensibilità che mancava alle persone reali e O'Neil ebbe l'intuizione di mettere su carta quello che voleva vedere nella vita reale. Se autorità come i poliziotti non mettevano mai in discussione le loro certezze, allora ecco dove stava il come realizzare la serie: prendere Lanterna Verde/Hal Jordan, metterlo a confronto di tematiche reali e facendo sorgere dei dubbi riguardo il suo operato. Per riuscire meglio in questo compito, serviva una spalla, qualcuno con cui discutere e che avesse una opinione diversa da quella del protagonista.
La scelta ricadde su Freccia Verde, non solo per via di un recente cambio di status-quo affrontato su Brave And The Bold #85 e Justice League Of America #75 (entrambi del 1969) ma anche perché l'arciere era un personaggio poco utilizzato dalla DC, usato per lo più come jolly, in quanto aveva una caratterizzazione così indefinita che nessuno sapeva come descriverlo, se non come estremamente interessato a Black Canary (che qui compare come ospite in diversi numeri). Così O'Neil lo prese sotto la sua ala protettiva e infuse il personaggio delle caratteristiche per cui oggi è famoso: che, all'epoca, erano pensate per essere l'esatto contrario di quelle di Lanterna Verde, così da presentare due controparti del dialogo sui temi che il team artistico aveva deciso di portare in scena. Se Lanterna Verde si presentava come il tipico sbirro tutto pistole e "fermo, in nome della legge!", di contro-petto Freccia Verde si presentava come un vigilante filosofico, anti-istituzionale e che regolarmente si sofferma su problemi di più grande portata. Per esempio, Freccia Verde si chiede spesso perché un certo crimine avviene, concentrandosi non tanto sull'effettivo crimine, quanto sui retroscena che hanno portato il crimine a manifestarsi. Più che agire come Batman ed entrare in scena a crimine compiuto proprio come un detective, Freccia Verde preferisce lavorare sul tessuto sociale, cercando di prevenire.
Per i disegni, invece, basta poco per descriverli. Un nome e un cognome: Neal Adams. Basterebbe questo, senza tante altre parole. I suoi disegni sono incredibilmente potenti e, grazie al suo stile, Adams crea che delle tavole che sono il riassunto materiale del concetto di "arte sequenziale"; per tanto, sembra che la tavola si animi e progredisca nella narrazione delle sequenze in maniera quasi senziente. Merito del suo stile in grado di dare vita a figure maestose e suggestive, giocate soprattutto sui giochi di luci e ombre, oltre che - all'epoca rivoluzionaria - intuizione di fornire alle tavole una disposizione delle vignette creativa e che rompesse la canonica composizione di quadrati e rettangoli. Si prenda come esempio questa tavola:
Se oggi è quasi la normalità trovare delle griglie fantasiose e creative nelle pagine di un fumetto, all'epoca disposizioni del genere rappresentavano la novità. Addirittura - e non sto scherzando - impaginazioni del genere erano ritenute dagli esperti del settore quasi una offensiva ribellione a mostri sacri come Jack Kirby e Gene Colan. Figure come i due artisti appena citati (più Kirby di Colan, sicuramente) erano venerati come gli imprescindibili esempi del fumetto contemporaneo: talmente imprescindibili, che uno stile diverso e contrario dal loro, non era visto di buon grado. Neal Adams è uno dei primi che non ci sta in questa filosofia e comincia a creare delle tavole che parlo anche attraverso immagini figurate. Per la tavola sopra, la griglia è dalla vignetta sottostante a quella rettangolare ad inizio pagina è delimitata dalla figura semi-intera di Lanterna Verde, sottolineando il disagio che prova verso il bigottismo dei suoi capi e come l'universo comincia a stargli stretto tanto quanto gli sta stretta la Terra.
In queste pagine, Neal Adams sperimenta come fa Dennis O'Neil nei testi. Se O'Neil vuole far diventare le sue storie un punto di incontro tra il fumetto e il giornalismo, Adams cerca di far diventare suoi disegni il punto di contro tra un tratto più pop e fruibili a tutte le fasce di pubblico con gli influssi pittorici di marca espressionista. Per tanto, Adams usa volentieri l'esasperazione per accentuare la potenza del segno: esasperazione di inquadrature, anatomie, volti, luci, espressioni. Si preda come esempio questa tavola, dedita a descrivere l'estasi e la perdizione dell'overdose.
Davvero una gran festa per gli occhi.
Conclusioni:
In un fumetto d'intrattenimento, Dennis O'Neil ci infila una sfilza di tematiche piccanti e dall'alto rilievo sociale, come la tossicodipendenza, l'ambiente e l'inquinamento, il razzismo verso i neri e verso i nativi americani, la violenza casalinga e molto altro ancora. Certo, tutto va contestualizzato e, oggi, alcune vicende possono far sorridere e alcuni dialoghi possono sembrare melodrammatici e sopra le righe, ma di certo non fanno mai storcere il naso perché, come Green Latern/Green Arrow era attuale allora, lo è ancora oggi. Se il contenuto non è un motivo sufficiente per motivare l'acquisto, certamente lo sono i disegni, che qui mostrano un Neal Adams all'apice della sua forma. Questa è la storia che ha innescato una continua maturazione del fumetto fino a farlo diventare strumento di denuncia sociale e molto di più che il semplice "giornaletto" per il popolino. Un capolavoro, insomma? Si, decisamente.
- Symo
Attivo nel mondo del giornalismo, Dennis O'Neil vide nella richiesta di Schwartz il modo di conciliare la sua professionale di scrittore di fumetti, con quella personale di persona attiva nei problemi socio-politici dell'epoca. Con Green Lantern, il suo obiettivo era quello di fare dei fumetti una nuova forma di giornalismo che si limitasse, però, a mostrare alcuni argomenti che (per stessa ammissione dello scrittore) erano strascichi del fine anni '60: dei problemi di quella amata-odiata decade che nessuno s'impegnò veramente di risolvere e che, di conseguenza, divennero le piaghe della successiva decade. Il suo obiettivo non era quello di portare né polemiche, né soluzioni, ma utilizzare un personaggio legato al mondo della fantasia che facesse da filtro tra la versione disincantata che il lettore aveva del mondo e quella che, in realtà, aveva al di fuori dalle pagine del fumetto.
Così si "limita" a rimanere aggiornato sui cancri del mondo dei primi anni '70, trasformando Lanterna Verde in Dante, lui stesso in Virgilio, e accompagnando il lettore attraverso i gironi d'Inferno degli Anni di Piombo. In questa enorme presa di coscienza, O'Neil si dimostra tanto intelligente quanto umile; intelligente, perché consapevole che problemi così complessi non potevano essere analizzati nel limitato spazio delle pagine di un fumetto mensile; umile, perché altrettanto consapevole di non poter portare soluzioni al lettore. Per tanto, quasi tutti i procedurali episodi che compongono la saga, si concludono coi protagonisti che stringono un pugno di mosche, attanagliati da molte più domande che risposte e l'amarezza in bocca derivata dall'avere così tanto potere, ed essere - nonostante ciò - così impotenti e poco efficaci verso il problema trattato nel numero di turno. La cosa non era fatta per sadismo verso i due protagonisti, quanto più per valorizzare l'intenzione di mostrare i problemi del mondo di allora.
Nella richiesta dell'editor, però, si presentava un problema: non tanto il cosa trattare, ma il come. Di cose come razzismo o guerre sono capaci tutti di parlarne, ma se vuoi portare avanti una tematica e valorizzare certi punti di vista, ti serve sopratutto dibattito tra due fazioni opposte e passare in rassegna tutte le possibili prese di posizione. Quindi, la decisione geniale fu quella di introdurre un co-protagonista che si contrapponesse al titolare della testata: Freccia Verde, per l'appunto.
Scavando nel profondo e sintetizzando quello che è Lanterna Verde, lo si può descrivere come un poliziotto fatto e sputato. Sicuramente dalla parte del bene, ma pur sempre un poliziotto: un cripto-fascista che prende ordini e commette atti di violenza seguendo le regole di una autorità che non mette in discussione. Se gli mostri una infrazione alla legge, lui applica automatica la sanzione prevista da quella precisa legge non rispettata, senza mai chiedersi il perché dell'infrazione o il perché dovesse applicare quel tipo di sanzione. Quasi come un segno del destino, ad O'Neil capitò il personaggio che meglio poteva aiutarlo a denunciare quello che definiva "autoritarismo da cowboy": quella mancanza di autocoscienza che spinse l'America all'invio di truppe armate nelle guerre di Corea e Vietnam.
Convinto sostenitore del fumetto come superiore mezzo di comunicazione, O'Neil capì che anche anch'esso stava maturando e cominciava ad affinare i suoi personaggi con una caratterizzazione più fine e le trame verso una struttura più sofisticata; spesso i personaggi delle storie acquisivano la sensibilità che mancava alle persone reali e O'Neil ebbe l'intuizione di mettere su carta quello che voleva vedere nella vita reale. Se autorità come i poliziotti non mettevano mai in discussione le loro certezze, allora ecco dove stava il come realizzare la serie: prendere Lanterna Verde/Hal Jordan, metterlo a confronto di tematiche reali e facendo sorgere dei dubbi riguardo il suo operato. Per riuscire meglio in questo compito, serviva una spalla, qualcuno con cui discutere e che avesse una opinione diversa da quella del protagonista.
La scelta ricadde su Freccia Verde, non solo per via di un recente cambio di status-quo affrontato su Brave And The Bold #85 e Justice League Of America #75 (entrambi del 1969) ma anche perché l'arciere era un personaggio poco utilizzato dalla DC, usato per lo più come jolly, in quanto aveva una caratterizzazione così indefinita che nessuno sapeva come descriverlo, se non come estremamente interessato a Black Canary (che qui compare come ospite in diversi numeri). Così O'Neil lo prese sotto la sua ala protettiva e infuse il personaggio delle caratteristiche per cui oggi è famoso: che, all'epoca, erano pensate per essere l'esatto contrario di quelle di Lanterna Verde, così da presentare due controparti del dialogo sui temi che il team artistico aveva deciso di portare in scena. Se Lanterna Verde si presentava come il tipico sbirro tutto pistole e "fermo, in nome della legge!", di contro-petto Freccia Verde si presentava come un vigilante filosofico, anti-istituzionale e che regolarmente si sofferma su problemi di più grande portata. Per esempio, Freccia Verde si chiede spesso perché un certo crimine avviene, concentrandosi non tanto sull'effettivo crimine, quanto sui retroscena che hanno portato il crimine a manifestarsi. Più che agire come Batman ed entrare in scena a crimine compiuto proprio come un detective, Freccia Verde preferisce lavorare sul tessuto sociale, cercando di prevenire.
Per i disegni, invece, basta poco per descriverli. Un nome e un cognome: Neal Adams. Basterebbe questo, senza tante altre parole. I suoi disegni sono incredibilmente potenti e, grazie al suo stile, Adams crea che delle tavole che sono il riassunto materiale del concetto di "arte sequenziale"; per tanto, sembra che la tavola si animi e progredisca nella narrazione delle sequenze in maniera quasi senziente. Merito del suo stile in grado di dare vita a figure maestose e suggestive, giocate soprattutto sui giochi di luci e ombre, oltre che - all'epoca rivoluzionaria - intuizione di fornire alle tavole una disposizione delle vignette creativa e che rompesse la canonica composizione di quadrati e rettangoli. Si prenda come esempio questa tavola:
Se oggi è quasi la normalità trovare delle griglie fantasiose e creative nelle pagine di un fumetto, all'epoca disposizioni del genere rappresentavano la novità. Addirittura - e non sto scherzando - impaginazioni del genere erano ritenute dagli esperti del settore quasi una offensiva ribellione a mostri sacri come Jack Kirby e Gene Colan. Figure come i due artisti appena citati (più Kirby di Colan, sicuramente) erano venerati come gli imprescindibili esempi del fumetto contemporaneo: talmente imprescindibili, che uno stile diverso e contrario dal loro, non era visto di buon grado. Neal Adams è uno dei primi che non ci sta in questa filosofia e comincia a creare delle tavole che parlo anche attraverso immagini figurate. Per la tavola sopra, la griglia è dalla vignetta sottostante a quella rettangolare ad inizio pagina è delimitata dalla figura semi-intera di Lanterna Verde, sottolineando il disagio che prova verso il bigottismo dei suoi capi e come l'universo comincia a stargli stretto tanto quanto gli sta stretta la Terra.
In queste pagine, Neal Adams sperimenta come fa Dennis O'Neil nei testi. Se O'Neil vuole far diventare le sue storie un punto di incontro tra il fumetto e il giornalismo, Adams cerca di far diventare suoi disegni il punto di contro tra un tratto più pop e fruibili a tutte le fasce di pubblico con gli influssi pittorici di marca espressionista. Per tanto, Adams usa volentieri l'esasperazione per accentuare la potenza del segno: esasperazione di inquadrature, anatomie, volti, luci, espressioni. Si preda come esempio questa tavola, dedita a descrivere l'estasi e la perdizione dell'overdose.
Davvero una gran festa per gli occhi.
Conclusioni:
In un fumetto d'intrattenimento, Dennis O'Neil ci infila una sfilza di tematiche piccanti e dall'alto rilievo sociale, come la tossicodipendenza, l'ambiente e l'inquinamento, il razzismo verso i neri e verso i nativi americani, la violenza casalinga e molto altro ancora. Certo, tutto va contestualizzato e, oggi, alcune vicende possono far sorridere e alcuni dialoghi possono sembrare melodrammatici e sopra le righe, ma di certo non fanno mai storcere il naso perché, come Green Latern/Green Arrow era attuale allora, lo è ancora oggi. Se il contenuto non è un motivo sufficiente per motivare l'acquisto, certamente lo sono i disegni, che qui mostrano un Neal Adams all'apice della sua forma. Questa è la storia che ha innescato una continua maturazione del fumetto fino a farlo diventare strumento di denuncia sociale e molto di più che il semplice "giornaletto" per il popolino. Un capolavoro, insomma? Si, decisamente.
- Symo
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