Volutamente, nelle recensioni di Marvel's The Defenders scritte per RecenSerie, non si è scritta nessuna curiosità riguardante il super-gruppo protagonista. Questo perché la storia dei Difensori - una storia editoriale lunga quarantasei anni - non poteva essere facilmente compressa nel celeberrimo Angolo Del Nerd presente in tutte le recensioni di telefilm a sfondo fumettistico. Oltre a ciò, va anche contato che (come ogni gruppo che si rispetti) in oltre quarant'anni di pubblicazioni, i Difensori hanno subito numerosi cambi di formazioni e l'entrata di diversi membri tre le proprie schiere. Ergo, la situazione richiedeva un articolo per colmare questa mancanza: ma non poteva essere un articolo di RecenSerie ma, bensì, di questo blog. Quindi, diamo il via ad un piccolo excursus storico e parliamo un po' della originale versione fumettistica dei Difensori.
UNITI PER NECESSITA' (EDITORIALE)
Prima di cominciare con la biografia fittizia del gruppo, è giusto cominciare con una piccola curiosità su di esso, visto che non si può raccontare la storia dei Difensori senza partire da questo aneddoto editoriale. I Difensori, come recita il titoletto di questo paragrafo, vennero riuniti soprattutto per un bisogno narrativo dello sceneggiatore Roy Thomas, il quale - a causa di una chiusura di una sua serie - rischiava di lasciare una storia incompiuta.
Nel 1969, la serie Doctor Strange chiuse i battenti con il numero #183 a causa delle basse vendite. Il problema è che Thomas non pensò tanto ai dati di mercato e continuò il suo lavoro, senza organizzare un qualche tipo di storia conclusiva; quando però i vertici decisero di chiudere la serie sullo Stregone Supremo, l'autore si trovò con una storia che non poteva finire. Fortunatamente per lui, Roy Thomas all'epoca scriveva su altre due testate - Sub-Mariner e The Incredible Hulk - e decise di ricorre alla mitica Arte del Sapersi Arrangiare™. Così sfruttò le testate di Hulk e di Namor per completare la sua opera a rischio di incompiutezza, facendo di Sub-Mariner #22 e di The Incredible Hulk #126 (entrambi usciti nel 1970) le parti conclusive della storia iniziata su Doctor Strange #183.
Fu una decisione casereccia e indubbiamente pensata all'ultimo per far fronte ad un imprevisto. Nonostante ciò, l'idea che eroi così atipici collaborassero assieme in una storia che balzava da una testa all'altra, funzionò. I lettori ne rimasero entusiasti e i vertici della Marvel Comics vollero più storie di questo gruppo.
IL TRIO (A VOLTE QUARTETTO) ORIGINALE
(Marvel Feature, Vol. 1: #1-#3, 1971-1972)
Per assicurarsi che riunire in un solo gruppo autentici outsiders come Hulk, Namor e il Dottor Strange fosse un investimento sicuro, e non un semplice team-up di passaggio e apprezzato dai lettori proprio perché poco duraturo, la Marvel tentò un altro esperimento. Sulle pagine di Sub-Mariner #34-#35 del 1971, Roy Thomas (accompagnato dalle matite di Sal Buscema) scrisse una storia in due parti che vedeva il protagonista della testata unirsi nuovamente a Hulk, però con la compagnia di Silver Surfer al posto di Strange. Il trio, per tutta la durata della storia, venne identificato col nome di Titans Three. Questa storia dei Tre Titanti, più quella di cui si è parlato nel paragrafo prima, sono considerate dai lettori delle "proto-storie" dei Difensori, oltre che un modo degli autori di testare il terreno e vedere se l'idea sarebbe piaciuta ai lettori. E così fu.
L'idea che tutti questi personaggi solitari facessero comunella in un unica serie cominciava a piacere sia ai lettori, che ai vertici. Così, nel Dicembre del 1971, la Marvel diede vita alla testata antologica Marvel Feature, dove sul numero #1, Hulk, il Dottor Strange e Sub-Mariner debuttano ufficialmente con il nome di Difensori, sancendo la loro nascita. Silver Surfer, anche se è considerato come membro partecipe della formazione originale, si aggiungerà al gruppo dopo molto tempo, poiché Stan Lee era molto protettivo e territoriale verso il Surfista d'Argento; siccome aveva dei piani in serbo per lui, Lee non voleva che Surfer si invischiasse in altre serie. Tuttavia si unirà ai tre quando il gruppo riceverà una serie tutta sua.
L'anno dopo, nel 1972, la Marvel decise che i Difensori avevano fatto abbastanza gavetta e diedero al team una testata che portava il loro nome.
L'ERA DI STEVEN ENGLEHART
(Defenders, Vol. 1: #1-#11, 1972-1973)
Come avete potuto leggere, finora non si è mai usato la parola "fondatore". Come spiegato nella recensione del season finale di Marvel's The Defenders, i Difensori acquisirono col tempo una funzione di "non-gruppo". L'acquisizione di questo status-quo la si deve principalmente allo sceneggiatore Steven Englehart; se a Roy Thomas va sicuramente il merito di aver lanciato l'idea dei Difensori, ad Englehart va però riconosciuto l'altrettanto merito di averla affinata quanto bastava per renderla appetibile al pubblico.
A differenza di squadre come i Vendicatori, i Difensori non hanno un quartier generale, non hanno dichiarazioni di intenti, non hanno un leader specifico, non hanno un grido di battaglia, nessuna strategia e nessun tipo di requisito per entrarvi. Sono un gruppo che si riunisce alla necessità, collabora e poi torna alla vita di sempre, poiché il loro scopo è difendere l'umanità nel momento stesso in cui si presenta la minaccia; esaurita quella, tutti possono tornare alle loro faccende personali. Per tanto, chiunque si trovi disponibile in un momento di necessità e voglia fare la differenza, può essere un Difensore. Per questo non si è usato la parola "fondatore": se i Difensori non sono un vero e proprio gruppo, allora non può esserci un vero e proprio fondatore. Nonostante ciò, per motivi prettamente di sceneggiatura e necessità legate al bisogno di avere un cast di personaggi gestibile, nel corso delle varie incarnazioni i Difensori hanno avuto formazioni più o meno stabili e un personaggio che può essere identificato come il loro leader; quest'ultimo può essere - come si vedrà meglio più avanti - a pari merito tra il Dottor Strange e Nighthawk.
Nella sua gestione, Englehart si preoccupò soprattutto di fornire al gruppo una formazione ricorrente, setacciando nell'Universo Marvel due tipi di personaggi: quelli senza una testata (ma meritevoli di averne una) e quelli così imbarazzanti che non ne avrebbero mai avuto una neanche dopo mille anni, così da valorizzare ulteriormente il non-statuto su cui il concetto di Difensori si basava. Hulk e il Dottor Strange si laurearono come i core members del gruppo, facendo da collante con i nuovi, repentini arrivi e gli abbandoni dei vecchi membri. Quando Silver Surfer e Namor abbandonarono la nave, il loro posto venne preso da quelli che sarebbero diventati altri pezzi da '90 dei Difensori: Valkiria e Nighthawk.
L'ERA DI STEVE GERBER
(Defenders, Vol. 1: #20-#41, 1975-1976)
Dopo l'abbandono di Steven Englehart dalla serie, Len Wein arrivò su Defenders in veste da supplente e in attesa che Steve Gerber prendesse il suo posto. Nei numeri che Wein scrisse (Defenders, Vol. 1: #12-#19, 1973-1974), l'autore limitò il gruppo a quattro personaggi: Hulk, Nighthawk, Valkiria e il Dottor Strange, così da consolidare ancora di più la formazione e dare un aiuto maggiore al futuro operato di Gerber. Anche qui, non si può parlare dei Difensori, senza parlare della gestione di questo autore.
Creatore di uno dei personaggi più controversi e bizzarri della storia del fumetto Americano (Howard il Papero), Steve Gerber fu l'autore che prese le idee di Roy Thomas e Steven Englehart, le fuse assieme e andò ben oltre il loro operato. Oltre a consolidare ulteriormente Hulk, Nighthawk, Valkiria e il Dottor Strange come membri cardine del gruppo, valorizzò (attraverso il personaggio di Nighthawk) l'idea che qualsiasi personaggio si univa a loro nel momento del bisogno, doveva essere riconosciuto come Difensore; per tanto, un sacco di personaggi importanti della Marvel oggi vantano della membership di questo gruppo anche se, effettivamente, sono rimasti poco nella line-up. Parlando sempre di formazioni, Gerber introdusse due personaggi che arricchirono la line-up: Red Guardian e Luke Cage, personaggi che durarono poco all'interno della formazione (Cage soprattutto, che fini per abbandonare e rientrare nella formazione più e più volte).
Ma la vera rivoluzione, arrivò nelle storie che Gerber partorì, narrazioni dal piglio a dir poco allucinate e al limite della follia.
Le sue furono storie fortemente sperimentali, eversive, bizzarre e completamente fuori di melone: anche se, da un certo punto di vista, all'avanguardia e che anticipava di anni metodologie di narrazione oggi all'ordine del giorno. Gerber calava i suoi personaggi in storie decisamente pazze, a tratti demenziali e psichedeliche, dove la fantasia e il non-sense regnavano sovrane. Le briglie della narrativa erano totalmente sciolte e i Difensori affrontavano minacce insolite e stravaganti dove, alcune di queste, non portavano a nessuna conclusione. Famosa è infatti una sotto-trama che vedeva coinvolto questo personaggio chiamato L'Elfo con la Pistola, che era semplicemente un elfo che appariva a casaccio, sparava a qualcuno e poi scompariva nel nulla senza lasciare spiegazioni.
Vedere per credere.
Le apparizioni dell'Elfo divennero presto ricorrenti, anche se non portavano praticamente a nulla ed erano fini a se stesse. Questo perché? Perché se i Difensori erano un non-team, allora dovevano anche affrontare delle non-minacce. Se ancora non vi è molto chiaro il piglio della serie, immaginate allora Douglas Adams che scrive una serie a metà tra Doctor Who (nuovo e vecchio) e Brooklyn Nine-Nine.
L'ERA DI DAVID KRAFT
(Defenders, Vol. 1: #47-#68, 1977-1979)
Dopo l'abbandono di Steve Gerber dalla serie, Gerry Conway arrivò su Defenders in veste di sceneggiatore ufficiale. Il problema è che, per quanto bravo fosse Conway (del resto, fu lui che ammazzò Gwen Stacy) il suo approccio alla testata era molto tradizionalista e non si sposava bene con la rivoluzione messa in atto da Gerber. Così, dopo la sua breve gestione (Defenders, Vol. 1: #42-#45, 1976-1977) Conway venne sostituito con David Kraft, che seppe ripristinare lo spirito di Gerber e rincarare la dose senza pietà alcuna.
Mentre Steve Gerber cercò quanto meno di tenere una certa serietà di fondo, David Kraft non si fece scrupoli e privilegiò talmente tanto le situazioni bizzarre dei Difensori, da trasformare completamente la testata; col suo arrivo, Defenders diventò praticamente una versione delle disavventure di Fantozzi serializzata e a tema supereroistico. Certo, molte delle trame di Kraft rispettavano i classici stilemi della letteratura supereroistica e alcune storie trattavano di tematiche e situazioni molto serie. Nonostante ciò, è indubbio che la genialità dello scrittore veniva maggiormente fuori quando aveva a che fare con trame sopra le righe che trattavano di semplici situazioni, però portate ai massimi livelli della esagerazione comica. Per tanto, l'arco narrativo Dollar Bill's Documentary Disaster non solo rappresenta una delle storie migliori dei Difensori, ma racchiude anche tutta la verve e lo stile di Kraft.
In questa storia, i Difensori vedono la pubblicazione di un documentario su di loro prodotto dal regista Dollar Bill utilizzando delle scene live-action riprese durante una loro battaglia; il problema, è che Bill registra, produce e pubblicizza il documentario senza il permesso del gruppo, dando il via ad una battaglia legale per il recupero dei diritti e l'arrivo di un orda di supereroi che vogliono entrare nel gruppo. Anche solo leggendone la trama, si può capire in maniera cristallina quale fosse il piglio della sua gestione. La storia è infatti disseminata di momenti esilaranti e che umanizzano quasi fino al ridicolo la figura del supereroe.
Vedere per credere.
Altre rivoluzioni portate in scena, furono l'abbandono del Dottor Strange dalla squadra in favore dell'entrata di Hellcat (conosciuta agli spettatori di Marvel's Jessica Jones sono come Trish Walker) e Clea. Con Strange fuori dalla squadra, Kraft riuscì a dare più lustro a Nighthawk, il quale diventò il finanziatore della squadra offrendo alla stessa anche una base operativa.
L'ERA DI J. M. DEMATTEIS
(Defenders, Vol. 1: #92-#131, 1981-1984)
Dopo l'abbandono di David Kraft dalla serie, la testata venne affidata a Ed Hannigan. La sua gestione (Defenders, Vol. 1: #70-#75; #78-#91, 1979-1981), oltre a vedere qualche interruzione nel mezzo da alcuni scrittori di passaggio, non brillò per nessuno particolare aspetto. Anzi, diciamo che non brillò proprio, dato che Hannigan ebbe la sfortuna di arrivare dopo due gestioni rivoluzionare; come succede anche nelle serie tv, dopo una stagione magistrale possono succedere due cose: o si alza ancora di più il tiro, oppure si scende di qualità. Purtroppo l'era di Hannigan affrontò la seconda fase, anche un po' per colpa dello scrittore stesso, che decise di scimmiottare un po' Gerber e Kraft; anche le aggiunte in termini di roster non furono particolarmente interessanti e la noia si raggiunse subito.
Così, fresco fresco di contratto, la Marvel affidò la testata al promettente John Marc DeMatteis, che si trovò una bella patata bollente tra le mani, dato che non solo la serie Defenders s'era un po' raggrinzita, ma anche lui abbisognava di rivedere il suo stile. Il giovane sceneggiatore veniva da una esperienza in DC Comics dove scriveva solo back-up stories di otto pagine; ora doveva riempire le canoniche ventidue e si trovava sempre più in difficoltà. Anche dopo aver aggiunto un personaggio di nome Il Figlio di Satana (si, si chiama così, a voi decidere quale sia il nome e il cognome) e Devil-Slayer e aver creato Gargoyle, la serie si stava affossando sempre di più. Così lo scrittore optò per un taglio netto, non solo per ravvivare la serie, ma anche per facilitarsi il compito.
J. M. DeMatteis diede ai Difensori una formazione ufficiale e circoscritta, un quartiere generale e tutte le altre cose che hanno le normali squadre di supereroi, tentando di far diventare la serie Defenders più simile ad altri classici mensili di natura corale; per sottolineare questo cambiamento, col numero #125, la serie cambiò nome in New Defenders. A causa di questa decisione, i Difensori persero tutta la loro particolarità e diventarono solamente l'ennesimo team-book nel vasto oceano delle testate supereroistiche; in più, visto che tre dei sette membri della formazione scelta erano degli X-Men (che erano Bestia, Arcangelo e l'Uomo Ghiaccio), spesso New Defenders sembravano più uno spin-off legato al mondo mutante. Il pubblico apprezzò ma, lentamente, la cosa dimostrò i suoi limiti.
L'ERA DI PETER GILLIS
(Defenders, Vol. 1: #132-#152, 1984-1986)
Insoddisfatto del suo stesso operato, John Marc DeMatteis abbandonò la serie e il testimone passò a Peter Gillis, purtroppo per lui fautore del canto del cigno della serie. Ormai agli sgoccioli e perso tutto il suo iconico sprint, a Gillis non restò che emulare le decisioni del suo predecessore per accompagnare per mano la testata sul viale del tramonto. Se DeMatteis addomesticò una squadra molto randagia come i Difensori, Gillis fece un tentativo analogo, portando della profondità laddove ci fu sempre umorismo. Le sue infatti furono storie più intimiste, introspettive e personali e avevano come perno centrale storie che approfondivano la caratterizzazione dei personaggi.
Benché fu interessante il taglio monografico della serie e fatta di episodi auto-conclusivi incentrati sui singoli personaggi del team, rimaneva comunque qualcosa che si allontanava ormai dagli originali intenti della testata. Col numero #152 la serie chiuse i battenti, sancendo la fine della prima grande era dei Difensori.
FINE DELLA PRIMA PARTE
- Symo
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