Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin III, I Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con RAGNO-VERSO.
Dati Generali:
Dati Generali:
Testi: Mike Costa
Disegni: André Araujo
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Spider-Verse (Vol. 1) #1-#5
Prezzo: 3,50 €
Trama:
Dopo la conclusione di Spider-Verse, ogni versione alternativa dell'originale Uomo Ragno-161 tornava nella propria dimensione. Ma mentre alcuni di loro tornavano a casa, l'incursione multiversale che ha distrutto l'Universo Marvel li ha colpiti, dirottandoli su Battleworld. Ora, Spider-Man India, Spider-Gwen, Spider-Man Noir, Spider-UK, Spider-Girl e Spider-Ham sono prigionieri dello stesso regno di Battleworld, con i ricordi confusi sul loro passato e la voglia di fare scoprire chi sono veramente e come sono finiti qui. Solo una cosa è chiara a tutti: sono, a modo loro, l'Uomo Ragno. E New York, va difesa: soprattutto quando il sindaco è Norman Osborn.
Il mio Parere:
Rassicuriamo chi ha potuto pensarlo. Spider-Verse, nonostante nasca dalla costola dell'omonimo evento Ragnesco firmato Dan Slott/Olivier Coipel/Giuseppe Cammuncoli, non rientra in una di quelle classiche operazione di marketing per continuare a marciare sopra un prodotto che ha ricevuto una buona accoglienza da parte del pubblico. La miniserie legata a Secret Wars 2015 di Ragno-Verso nasce per continuare a raccontare le gesta condivise delle versioni alternative dell'Uomo Ragno che più si erano distinte nell'evento. Quindi non per un desiderio commerciale, quanto più per un desiderio narrativo di rivedere Spider-UK e tutta l'allegra combriccola. Proprio per questo, la Ragno-Rimpatriata con membri selezionati ad hoc dal crossover è stata davvero piacevolissima.
Siccome l'obiettivo di Spider-Verse era quello di riportare in scena un team-up ragnesco, Mike Costa pensa bene di puntare tutto il cast di protagonisti, scegliendo gli Uomini/Donne Ragno che riescano a soddisfare una precisa (e un po' pretenziosa) esigenza: avere dei personaggi che fungano contemporaneamente come un gruppo eterogeneo, ma anche disomogeneo; dei personaggi che, insomma, vadano d'accordo e si amalgamino bene fra di loro, lasciando però quello spazio di diversità accentuata quel tanto che basta per dare vita a disagi nel gruppo che daranno vita a siparietti divertenti e/o drammatici. Proprio per questo motivo, la scelta dei Ragni è infatti minuziosa e pensata in maniera certosina, poiché è dal loro incontro che la macchina narrativa comincia a macinare pagine. I protagonisti, infatti, sono la miglior attrazione della miniserie e il pezzo forte di Spider-Verse, poiché riescono a soddisfare l'esigenza di cui sopra. Riescono ad interagire/litigare secondo le richieste dello scrittore con i loro compagni di squadra, riuscendo contemporaneamente a tenere anche una propria individualità, così che il lettore possa eleggere il suo preferito tra i sei "Web Warriors" protagonisti. La stessa cosa vale per i villain, Norman Osborn soprattutto, qui tratteggiato come Warren Ellis era solito fare ai tempi in cui scriveva i Thunderbolts.
Un po' di problemi si riscontrano a livello di trama, che si presenta un po' troppo lunga a causa di numerose aggiunte di dettagli e personaggi, che poi vengono sviluppate ed allungano il brodo a volte non necessariamente. Per fare un esempio, i protagonisti si scontrano con una versione dei Sinistri Sei e un Thor dei Thor Corps, sviluppo che fa deragliare un attimo la trama da quella principale. Questo problema penso proprio che nasca da una duplice voglia di Costa di: 1) Creare una miniserie che facesse da ponte, dove il punto di partenza è ovviamente l'originale Spider-Verse, e il punto di arrivo fosse una testata dove lo sceneggiatore potesse continuare le gesta di questi personaggio (che poi è pure arrivata); 2) Di creare qualcosa di suo, ma che rimanesse comunque legato a Secret Wars 2015. Alle fine Mike Costa riesce a fare tutto, anche più del dovuto, e questo penalizza un poco una storia, che rimane comunque godibile e scorrevole anche grazie a numerosi ed inaspettati colpi di scena.
Ma al di là di questo, credo proprio che il vero difetto della miniserie siano i disegni di André Araujo, il cui stile è qualcosa non di osceno, ma comunque di poco apprezzabile. Ci troviamo davanti ad uno stile che prende a piene mani il peggio della tradizione anni '80, con tavole che sprizzano legnosità e pose plastiche da tutti i pori; il termine "espressività" è alieno a Araujo, e lo si vede dalle pose dei personaggi e dai suoi timidi e goffi tentativi di replicare un qualsivoglia movimento/espressione facciale, oltre che dai suoi miseri tentativi di trasmettere la sensazione di movimento durante le scene di combattimento. Vorrei trovare qualche lato positivo a questo disegnatore, però non ne vedo proprio nessuno. Non dico che un principiante avrebbe saputo fare di meglio, ma poco ci manca.
Conclusione:
Spider-Verse è una piacevole lettura che intrattiene e appassiona, sfruttando il meglio delle operazioni di caratterizzazione attraverso accattivanti versioni alternative dell'originale Uomo Ragno. Un peccato per i disegni non all'altezza della storia, ma almeno quella riesce a tenere banco.
- Symo
Siccome l'obiettivo di Spider-Verse era quello di riportare in scena un team-up ragnesco, Mike Costa pensa bene di puntare tutto il cast di protagonisti, scegliendo gli Uomini/Donne Ragno che riescano a soddisfare una precisa (e un po' pretenziosa) esigenza: avere dei personaggi che fungano contemporaneamente come un gruppo eterogeneo, ma anche disomogeneo; dei personaggi che, insomma, vadano d'accordo e si amalgamino bene fra di loro, lasciando però quello spazio di diversità accentuata quel tanto che basta per dare vita a disagi nel gruppo che daranno vita a siparietti divertenti e/o drammatici. Proprio per questo motivo, la scelta dei Ragni è infatti minuziosa e pensata in maniera certosina, poiché è dal loro incontro che la macchina narrativa comincia a macinare pagine. I protagonisti, infatti, sono la miglior attrazione della miniserie e il pezzo forte di Spider-Verse, poiché riescono a soddisfare l'esigenza di cui sopra. Riescono ad interagire/litigare secondo le richieste dello scrittore con i loro compagni di squadra, riuscendo contemporaneamente a tenere anche una propria individualità, così che il lettore possa eleggere il suo preferito tra i sei "Web Warriors" protagonisti. La stessa cosa vale per i villain, Norman Osborn soprattutto, qui tratteggiato come Warren Ellis era solito fare ai tempi in cui scriveva i Thunderbolts.
Un po' di problemi si riscontrano a livello di trama, che si presenta un po' troppo lunga a causa di numerose aggiunte di dettagli e personaggi, che poi vengono sviluppate ed allungano il brodo a volte non necessariamente. Per fare un esempio, i protagonisti si scontrano con una versione dei Sinistri Sei e un Thor dei Thor Corps, sviluppo che fa deragliare un attimo la trama da quella principale. Questo problema penso proprio che nasca da una duplice voglia di Costa di: 1) Creare una miniserie che facesse da ponte, dove il punto di partenza è ovviamente l'originale Spider-Verse, e il punto di arrivo fosse una testata dove lo sceneggiatore potesse continuare le gesta di questi personaggio (che poi è pure arrivata); 2) Di creare qualcosa di suo, ma che rimanesse comunque legato a Secret Wars 2015. Alle fine Mike Costa riesce a fare tutto, anche più del dovuto, e questo penalizza un poco una storia, che rimane comunque godibile e scorrevole anche grazie a numerosi ed inaspettati colpi di scena.
Ma al di là di questo, credo proprio che il vero difetto della miniserie siano i disegni di André Araujo, il cui stile è qualcosa non di osceno, ma comunque di poco apprezzabile. Ci troviamo davanti ad uno stile che prende a piene mani il peggio della tradizione anni '80, con tavole che sprizzano legnosità e pose plastiche da tutti i pori; il termine "espressività" è alieno a Araujo, e lo si vede dalle pose dei personaggi e dai suoi timidi e goffi tentativi di replicare un qualsivoglia movimento/espressione facciale, oltre che dai suoi miseri tentativi di trasmettere la sensazione di movimento durante le scene di combattimento. Vorrei trovare qualche lato positivo a questo disegnatore, però non ne vedo proprio nessuno. Non dico che un principiante avrebbe saputo fare di meglio, ma poco ci manca.
Conclusione:
Spider-Verse è una piacevole lettura che intrattiene e appassiona, sfruttando il meglio delle operazioni di caratterizzazione attraverso accattivanti versioni alternative dell'originale Uomo Ragno. Un peccato per i disegni non all'altezza della storia, ma almeno quella riesce a tenere banco.
- Symo
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