Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin III, I Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con KORVAC SAGA.
Dati Generali:
Dati Generali:
Testi: Dan Abnett
Disegni: Otto Schmidt
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Korvac Saga (Vol. 1) #1-#4
Prezzo: 2,90 €
Trama:
I Guardiani Della Galassia del 31° secolo stanno cercando di risolvere una anomalia temporale che rischia di far collassare l'universo su se stesso. Mentre la loro missione va avanti, il gruppo arriva nel 21° secolo. Ma è un secolo diverso da quello che ricordano, poiché al post del Multiverso Marvel trovano Battleworld. Approdando nel regno di Forest Hills, si uniscono ai Vendicatori per individuare e curare un morbo che sta infettando le persone.
Il mio Parere:
Come detto in molte altre recensioni legate a Secret Wars 2015, molte delle miniserie rilasciate legate all'evento citano e omaggio i periodi più floridi della Marvel e le sue storie più iconiche, in modo da rendere onore a settant'anni di narrazione. Korvac Saga, rispetto a tutte le altre, è la miniserie che prende più alla lettera il concetto di omaggiare storie e periodi, poiché la straordinaria coppia formata da Dan Abnett e Otto Schmidt sforna una miniserie che non ammette ignoranza: con tutte le conseguenze positivi e negative del caso.
Nel 2014, Grant Morrison rilasciò per la DC Comics una serie di one-shot che, uniti, andavano a formare l'evento Multiversity. Tra queste c'era Pax Americana, albo che non era solo la voglia dello scrittore scozzese di misurarsi con Watchmen, ma era anche la voglia di dare al pubblico una versione della stessa graphic novel così come, originariamente, l'aveva pensata Alan Moore: come una storia corta e coi personaggi della Chaltron Comics. Le intenzioni di Dan Abnett sono praticamente le stesse di Grant Morrison: confrontarsi con un grande classico della letteratura fumettistica (in questo caso, l'originale Korvac Saga di Jim Shooter) e, intanto, omaggiare un particolare periodo e modo di fare fumetti (in questo caso, la Marvel degli anni '70). Purtroppo, per potersi misurare con questo colosso della mitologia supereroistica, Abnett deve rendere conto a quella clausola chiamata Secret Wars 2015 e che gli sta dando l'opportunità di questo "scontro generazionale". Così, da abile scrittore qual è, Dan Abnett opta per il remake della originale Korvac Saga.
Proprio per questo motivo, la miniserie in questione è una di quelle che non ammette ignoranza, poiché per essere apprezzata anche solo un minimo dal lettore, abbisogna prima della lettura della originale storia di provenienza, dato che la miniserie in questione è una di quelle che si apprezza se si è in grado di individuare tutti i cambiamenti tra l'originale e il remake. Purtroppo, Abnett non può fare altro che un remake e, per definizione, i rifacimenti vivono per parassitismo con l'opera originale, giocando di continuo sui vari cambiamenti tra l'originale e il remake. Ed è questo che frega Abnett. Ok che i quattro numeri che compongono la miniserie sono divertenti ed intrattengono moltissimo, ma non per i motivi che ci si aspettava da un opera ispirata a Korvac Saga. Dovendo convivere con la clausola Guerre Segrete 2015, purtroppo si perde di vista il concetto più affascinante della originale opera ispiratrice: il concetto di "Dio" come avversario rappresentato da Michael Korvac, personaggio non di per sé malvagio, ma talmente desideroso di mettere ordine nell'universo da mettersi a giocare a Dio.
La tematica qui sopra descritta viene, in questa miniserie remake, sostituita con una sorta di thriller politico in salsa supereroi dove Michael Korvac vorrebbe sostituirsi al Dottor Destino (in questo crossover, padrone di Battleworld) e dominare al suo posto l'universo. Ma non per i motivi della originale storia, ma semplicemente per sete di potere. E sembra un cambio irrisorio ma, in verità, ribalta tutte le tematiche e, soprattutto, la caratterizzazione del villain principale. Senza ovviamente contare, che Dan Abnett decide anche di collegare questa miniserie ad un'altra testata che stava scrivendo: quella di Guardians 3000 con protagonisti i Guardiani Della Galassia del 31° secolo. Per tanto, è ulteriormente necessario leggere Guardians 3000 #6-#8 per poter capire il tutto.
In compenso, Dan Abnett da libro sfogo e brillante sfoggio di quella che - secondo me - è la sua maggior e miglior abilità: caratterizzare una moltitudine di personaggi (magari anche diversissimi tra loro) e metterli tutti nello stesso posto, in modo che interagiscano tra di loro e diano vita a grandi momenti e bei dialoghi. La forza della miniserie sono i suoi protagonisti, una squadra di Vendicatori composta da membri che esordirono e caratterizzarono gli anni '70 e dagli originali Guardiani Della Galassia del futuro. Essendo una serie che nasce da una costola di Guardians 3000, ovviamente i Guardiani hanno più protagonismo dei Vendicatori, ma questo non vuol dire che alcuni membri degli Eroi Più Potenti Della Terra spicchino rispetto al mucchio; un esempio sono Wonder Man, Dragoluna e, soprattutto, Capitan Marvel.
Abnett è uno scrittore specializzato nel rendere fighi personaggi di Serie B in zona retrocessione; si guardi gli stessi Guardiani Della Galassia, che è grazie a lui se il grande pubblico ora può godere di questi personaggi. Però qui è davvero una gioia poterlo vedere scrivere autentici personaggi di Serie A con una caratterizzazione fedele alla tradizione, ma anche nuova e frizzante.
A risollevare ancor di più il morale, abbiamo i favolosi e fantastici disegni di Otto Schmidt. Il disegnatore mostra un tratto veramente particolare, poiché il suo stile nasce dalla fusione di influenze diverse tra loro ma che, unite, hanno dato vita ad un tratto ricercato, ma accessibile al pubblico. Il segreto di questa accessibilità, è stata l'abilità del disegnatore si saper individuare le anatomie disegnate più apprezzate dal pubblico di fumetti e quello generalista. Così, i suoi character design e l'impostazione delle sue tavole, uniscono il meglio del classico disegno supereroistico Americano moderno, ma anche lo stile cartoon Disneyniano. Con questa fusione si ottiene il massimo risultato in termini di espressività e dinamismo, riuscendo nel creare tavole decisamente frizzanti e che trasudano d'azione. Il suo stile e talmente vivo e pulsante, che durante le conversazioni o le scene d'azione, sembra quasi di essere veramente risucchiati e fisicamente coinvolti nella storia.
Conclusione:
Korvac Saga è un grande tributo alla storia a cui si rifà, oltre che un grande tributo agli anni '70. Purtroppo non riesce a pieno nel suo compito e, anzi, in più di una occasione la miniserie sembra più un capriccioso remake. A consolare il lettore, ci sono i disegni, che sono a dir poco stellari.
- Symo
Nel 2014, Grant Morrison rilasciò per la DC Comics una serie di one-shot che, uniti, andavano a formare l'evento Multiversity. Tra queste c'era Pax Americana, albo che non era solo la voglia dello scrittore scozzese di misurarsi con Watchmen, ma era anche la voglia di dare al pubblico una versione della stessa graphic novel così come, originariamente, l'aveva pensata Alan Moore: come una storia corta e coi personaggi della Chaltron Comics. Le intenzioni di Dan Abnett sono praticamente le stesse di Grant Morrison: confrontarsi con un grande classico della letteratura fumettistica (in questo caso, l'originale Korvac Saga di Jim Shooter) e, intanto, omaggiare un particolare periodo e modo di fare fumetti (in questo caso, la Marvel degli anni '70). Purtroppo, per potersi misurare con questo colosso della mitologia supereroistica, Abnett deve rendere conto a quella clausola chiamata Secret Wars 2015 e che gli sta dando l'opportunità di questo "scontro generazionale". Così, da abile scrittore qual è, Dan Abnett opta per il remake della originale Korvac Saga.
Proprio per questo motivo, la miniserie in questione è una di quelle che non ammette ignoranza, poiché per essere apprezzata anche solo un minimo dal lettore, abbisogna prima della lettura della originale storia di provenienza, dato che la miniserie in questione è una di quelle che si apprezza se si è in grado di individuare tutti i cambiamenti tra l'originale e il remake. Purtroppo, Abnett non può fare altro che un remake e, per definizione, i rifacimenti vivono per parassitismo con l'opera originale, giocando di continuo sui vari cambiamenti tra l'originale e il remake. Ed è questo che frega Abnett. Ok che i quattro numeri che compongono la miniserie sono divertenti ed intrattengono moltissimo, ma non per i motivi che ci si aspettava da un opera ispirata a Korvac Saga. Dovendo convivere con la clausola Guerre Segrete 2015, purtroppo si perde di vista il concetto più affascinante della originale opera ispiratrice: il concetto di "Dio" come avversario rappresentato da Michael Korvac, personaggio non di per sé malvagio, ma talmente desideroso di mettere ordine nell'universo da mettersi a giocare a Dio.
La tematica qui sopra descritta viene, in questa miniserie remake, sostituita con una sorta di thriller politico in salsa supereroi dove Michael Korvac vorrebbe sostituirsi al Dottor Destino (in questo crossover, padrone di Battleworld) e dominare al suo posto l'universo. Ma non per i motivi della originale storia, ma semplicemente per sete di potere. E sembra un cambio irrisorio ma, in verità, ribalta tutte le tematiche e, soprattutto, la caratterizzazione del villain principale. Senza ovviamente contare, che Dan Abnett decide anche di collegare questa miniserie ad un'altra testata che stava scrivendo: quella di Guardians 3000 con protagonisti i Guardiani Della Galassia del 31° secolo. Per tanto, è ulteriormente necessario leggere Guardians 3000 #6-#8 per poter capire il tutto.
In compenso, Dan Abnett da libro sfogo e brillante sfoggio di quella che - secondo me - è la sua maggior e miglior abilità: caratterizzare una moltitudine di personaggi (magari anche diversissimi tra loro) e metterli tutti nello stesso posto, in modo che interagiscano tra di loro e diano vita a grandi momenti e bei dialoghi. La forza della miniserie sono i suoi protagonisti, una squadra di Vendicatori composta da membri che esordirono e caratterizzarono gli anni '70 e dagli originali Guardiani Della Galassia del futuro. Essendo una serie che nasce da una costola di Guardians 3000, ovviamente i Guardiani hanno più protagonismo dei Vendicatori, ma questo non vuol dire che alcuni membri degli Eroi Più Potenti Della Terra spicchino rispetto al mucchio; un esempio sono Wonder Man, Dragoluna e, soprattutto, Capitan Marvel.
Abnett è uno scrittore specializzato nel rendere fighi personaggi di Serie B in zona retrocessione; si guardi gli stessi Guardiani Della Galassia, che è grazie a lui se il grande pubblico ora può godere di questi personaggi. Però qui è davvero una gioia poterlo vedere scrivere autentici personaggi di Serie A con una caratterizzazione fedele alla tradizione, ma anche nuova e frizzante.
A risollevare ancor di più il morale, abbiamo i favolosi e fantastici disegni di Otto Schmidt. Il disegnatore mostra un tratto veramente particolare, poiché il suo stile nasce dalla fusione di influenze diverse tra loro ma che, unite, hanno dato vita ad un tratto ricercato, ma accessibile al pubblico. Il segreto di questa accessibilità, è stata l'abilità del disegnatore si saper individuare le anatomie disegnate più apprezzate dal pubblico di fumetti e quello generalista. Così, i suoi character design e l'impostazione delle sue tavole, uniscono il meglio del classico disegno supereroistico Americano moderno, ma anche lo stile cartoon Disneyniano. Con questa fusione si ottiene il massimo risultato in termini di espressività e dinamismo, riuscendo nel creare tavole decisamente frizzanti e che trasudano d'azione. Il suo stile e talmente vivo e pulsante, che durante le conversazioni o le scene d'azione, sembra quasi di essere veramente risucchiati e fisicamente coinvolti nella storia.
Conclusione:
Korvac Saga è un grande tributo alla storia a cui si rifà, oltre che un grande tributo agli anni '70. Purtroppo non riesce a pieno nel suo compito e, anzi, in più di una occasione la miniserie sembra più un capriccioso remake. A consolare il lettore, ci sono i disegni, che sono a dir poco stellari.
- Symo
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