E rieccoci qua, carissimi Teleguardoni. Benvenuti all'appuntamento del Mercoledì con le recensioni di Lupin III - L'Avventura Italiana. Vi direi di consultare le precedenti recensione poiché contengono informazioni abbastanza importanti riguardo al criterio di recensione usato, tipo: come sono strutturate, a che ora e giorno sono pubblicate e se le immagini che inserisco hanno un senso oppure no. Ma dopo i recenti cambiamenti di Italia Uno, sono costretto a rivedere parecchio la struttura delle recensioni. Vi consiglio comunque di leggerle perché si faranno tanti riferimenti a quanto detto in precedenza, ma a livello di struttura introduciamo un nuovo metodo, ma se ne parla dopo l'immagine d'apertura. Cominciamo.
In questa recensione si parlerà solo ed esclusivamente della 14° puntata intitolata La Fine di Lupin III, questo non perché siamo razzisti verso le altre puntate, ma perché questo è stato l'unico episodio trasmesso da Italia Uno nella tardissima serata di Domenica 27 Settembre 2015. Ebbene si, avete capito bene: Italia Uno ha cambiato nuovamente la programmazione della serie. Adesso, l'appuntamento con il nostro ladro preferito non sarà più alle 23:20, ma alle 00:45; inoltre, la trasmissione non sarà più formata da tre puntate mandate una dietro l'altra come una piccola maratona, ma sarà mandata in onda una puntata sola, fino a nuovi agghiaccianti cambiamenti. Quindi, per forza di cose, siamo costretti a cambiare la procedura di recensione: non più un discorso generale delle tre puntate mandate trasmesse (facendo solo delle parentesi su elementi che meritavano un piccolo approfondimento) ma un discorso specifico sulla puntata mandata in onda, un pò come si fa per le recensione dei telefilm scritte per RecenSerie. Per il resto, invece, si terrà ancora la netta divisione in paragrafi dove si analizzano Pro e Contro. Detto questo, si comincia!
Pro:
Nella scorsa recensione, avevamo sperato che le premesse di questo episodio non si trasformassero poi in certezze narrative votate al "copia e incolla" di grandi e riuscite mosse narrative che hanno caratterizzato il franchise, trasformando tutto nella più grande fiera del cliché, giusto perché si è sentito il bisogno di riproporre (dopo anni di assenza dal tubo catodico con una serie animata) alcuni stilemi narrativi apprezzati. E invece, La Fine di Lupin III si presenta come un modesto omaggio non solo ai fan di Lupin, ma sopratutto ai fan della serie con la giacca verde di Lupin. Nell'omaggiare gli affezionatissimi della creatura di Moneky Punch, gli showrunner prendono un classico della mitologia Lupiniana (L'Evasione di Lupin, 1979) e ne fanno un remake, cioè prendono stesse premesse e svolgimenti, ma sviluppano il concept pensando a come sarebbe stato diretto un episodio del genere ai nostri giorni: il risultato, è La Fine di Lupin III. Man mano che il minutaggio scorre, però, si può osservare come lo stesso episodio non sia solo un semplice omaggio, venendo utilizzato anche per altri scopi, come far partire un nuovo "capitoletto" della serie, offrire un pò di respiro dal precedente arco narrativo, ma sopratutto, approfondire la relazione tra Zenigata e il nostro protagonista dalla giacca colorata.
Analizzando quest'ultime osservazioni, il fatto che la serie sia divisa in capitoli lo si può capire dalla tag-line della serie, dato che a inizio episodio ne viene pronunciata una nuova; questo vuol solo dire che gli sceneggiatori hanno pensato di suddividere l'intera serie di 26 (alcuni dicono anche 24, non s'è ancora capito) episodi in più archi narrativi e più capitoli. Con Il Sogno Italiano - Parte 1 & 2 abbiamo finito il primo, e con questo quattordicesimo episodio, si apre il secondo sulle note di quello che, in una serie tv, sarebbe un Mid-Season Premiere. Questa suddivisione non può che portare bene, poiché si riesce a rendere più omogenea la narrazione senza troppo schematizzarla, come è successo a dozzine di Special TV di Lupin, dove si è raggiunta una schematizzazione tale delle storie che, ad un certo punto, si somigliavano tutte: si riusciva a distinguerle solo per il nome. Come ogni suddivisione in capitoli e dopo ogni grande avanzamento di trama, c'è bisogno di un episodio che non solo faccia riposare gli eventi, ma che tenga anche incollato lo spettatore e colleghi i due capitoli: e quale mossa migliore, se non fornire il sopracitato omaggio/citazione ad uno degli episodi più riusciti e apprezzati di sempre? Soluzione semplicissima a un problema, spesso, di difficile risoluzione per la serialità.
Punta di diamante dell'episodio, è stata però la conversazione finale tra Lupin e Zenigata, dove in un momento di intimità (sequenze rarissime nel mythos Lupiniano) i due discutono sulla loro relazione e sul filo che li ha legati indissolubilmente. In Avengers: Age Of Ultron, Visione diceva una frase che condivido moltissimo: "Le cose non sono belle perché durano nel tempo", lasciando intendere come Visione apprezzasse la mortalità della vita e come questa abbia una certa durata, cosa che rende davvero preziosa l'esistenza, ma anche speciale poiché può finire e raggiungere ad una conclusione; benché condivida personalmente questa filosofia, essa non può essere applicata alla rivalità Lupin/Zenigata poiché la bellezza del loro rapporto è racchiusa nel fatto che continui nonostante tutto, anche nonostante la mortalità della vita stessa e degli autori che ne scrivono le storie. Lupin e Zenigata sono in tutto e per tutto i classici amiconi dei buddy-movies, solo che hanno avuto la terribile sfiga di nascere dalla parte opposta della barricata: e come se non bastasse, in quelle barricate che devono pure scontrarsi, quelle barricate dove una è il nemico naturale dell'altra; ma essendo appunto degli amici, i due si rifiuteranno sempre e per sempre di porre fine alla carriera dell'uno e dell'altra, perché un vero amico non può farti questo brutto sgambetto: ed ecco come la sfida tra Lupin e Zenigata raggiunge la sua bellezza nell'essere immortale e virtualmente infinita. Per loro stessa ammissione, la missione dei due non è il raggiungimento di uno scopo, ma far in modo che questo rimanga vivo: loro due non vivono nel vincere la sfida, ma nel viverla...e se la sfida finisce, il divertimento sparisce.
Contro:
E come non potevamo partire dal menefreghismo cosmico con cui Italia Uno sta trattando la serie? Lupin III - L'Avventura Italiana, per chi non lo sapesse, è un'anteprima mondiale ancora inedita in tutte le altre nazioni: persino in Giappone, dove si è rinunciato di buon grado di farla debuttare nel paese del Sol Levante e posticipare il debutto al 1° Ottobre 2015, vendendo così l'anteprima e l'anticipata trasmissione all'Italia, oltre che ambientare tutta la storia nel paese tricolore per ringraziare i fans Italiani del ladro dell'enorme riscontro che ha avuto questo personaggio da noi. Sappiamo quanto il Giappone possa essere un paese molto chiuso verso le collaborazioni con l'estero e diverse testimonianze lo dimostrato (sopratutto una dichiarazione del fumettista Paul Pope, che potete leggere qui), quindi nel vedere la TMS Entertainment così ben propensa a riempirci di sviolinate e riverenze, non solo sbalordisce per la sua apertura, ma rende anche orgogliosi: finalmente, qualche soddisfazione. Ma invece no, dovevamo farci riconoscere anche in questa occasione. Un premio succulento e un ringraziamento coi fiocchi, sfruttato però malissimo perché occasione accolta dal network Italiano con pressapochismo e superficialità: prova inconfutabile, tutti questi continui cambi di programmazione che non favoriscono una stabilità di trasmissione, facendo perdere facilmente interesse al prodotto. Anche se il prodotto in questione può essere originale e rivoluzionario, comunque lo spettatore perderebbe interesse, perché le cose e i metodi di programmazione cambiano da un momento all'altro e non c'è mai la sicurezza di trovarlo sempre alla stessa ora e allo stesso posto. Qualcuno potrebbe dire che questo è un difetto superficiale e che non intacca le puntate, ma in verità, i fattori come lo stato d'animo dello spettatore e la sua voglia a firmare il tacito contratto della sospensione dell'incredulità, sono fattori che non possono essere trascurati, e se ti comporti così, praticamente stai mandando via quelli che sono i tuoi clienti.
Tornando però ad un contro strettamente legato all'episodio in sé, l'unica volta che ho storto il naso in La Fine di Lupin III, è stato con il cliffhanger finale. Da una parte è stata una mossa impeccabile inserircelo perché si continua sulla modalità seriale alla Person Of Interest, che abbiamo già analizzato in maniera oltremodo esaustiva nelle precedenti recensioni; dall'altra però, sto tizio probabilmente creato dalla scienza, col cavello lunghissimo e che esce da una vasca tipo Progetto Rinascita di Capitan America, mi ha ricordato fin troppo la genesi del principale villain del videogioco Final Fantasy VII: Sephiroth (il, a volte fin troppo osannatissimo, Sephiroth). Poi oh, per parlare su questa manovra narrativa è ancora molto presto, ma sulla carta non sembra poi granché. Aspettiamo sviluppi.
Per il resto, le altre rimostranze verso la serie sono sempre le solite. Senza star qui nuovamente a ripeterci, elenchiamo velocemente le suddette costanti meglio spiegate nelle recensioni degli episodi 01-04 e 05-07: la sigla di Moreno continua a fare schifo al cazzo, ma fortunatamente con la riduzione degli episodi, l'abbiamo sentita solo una volta; Yuji Ohno, purtroppo, continua a non brillare di inventiva e a presentare delle colonne sonore non all'altezza dei suoi precedenti successi. Certo, qualche brano davvero originale c'è, e in La Fine di Lupin III, c'è addirittura qualcuno che raggiunge la spettacolarità del passato, ma è solo un barlume della sua genialità: le colonne sonore del cartoon sono brani che, in passato, avrebbe composto tranquillamente al cesso o alla pausa pranzo. Nuovamente, sembra che il maestro qui si stia sforzando proprio per raggiungere il minimo indispensabile, facendo quindi "il compitino", oltre che avvertire mancanza di impegno, di voglia e sopratutto di passione; capisco che è dagli anni '70 che Ohno si occupa di musicare Lupin e incidenti di percorso possono succedere, ma non così clamorosi però. Anche se, di recente mi è giunta la notizia che la colonna sonora sfruttata per la versione Italiana sia diversa da quella Nipponica, dove quella Giapponese (di cui la foto della cover potete vederla come immagine d'apertura) contenga le vere musiche di Yuji Ohno, e che quelle che abbiamo sentito finora, non siano dell'ormai affezionatissimo compositore. Se così fosse, non solo abbiamo fatto 'na figura di merda, ma c'è stato anche giocato un bel tiro mancino.
Conclusioni:
Episodio in sé davvero soddisfacente e ben fatto, omaggio e approfondimento caratteriale sopra ogni altra cosa. Peccato che certe decisioni di trasmissione di Italia Uno facciano davvero girare i coglioni (scusate il francesismo) e impediscono di vivere la serie con la serenità che merita ogni spettatore. Attualmente, il più grande nemico della serie è proprio chi la trasmesse, perché il menefreghismo con cui la sta trattando potrebbe allontanare una cospicua fetta di pubblico e impedirgli di assistere ad un buon prodotto.
- Symo
Pro:
Nella scorsa recensione, avevamo sperato che le premesse di questo episodio non si trasformassero poi in certezze narrative votate al "copia e incolla" di grandi e riuscite mosse narrative che hanno caratterizzato il franchise, trasformando tutto nella più grande fiera del cliché, giusto perché si è sentito il bisogno di riproporre (dopo anni di assenza dal tubo catodico con una serie animata) alcuni stilemi narrativi apprezzati. E invece, La Fine di Lupin III si presenta come un modesto omaggio non solo ai fan di Lupin, ma sopratutto ai fan della serie con la giacca verde di Lupin. Nell'omaggiare gli affezionatissimi della creatura di Moneky Punch, gli showrunner prendono un classico della mitologia Lupiniana (L'Evasione di Lupin, 1979) e ne fanno un remake, cioè prendono stesse premesse e svolgimenti, ma sviluppano il concept pensando a come sarebbe stato diretto un episodio del genere ai nostri giorni: il risultato, è La Fine di Lupin III. Man mano che il minutaggio scorre, però, si può osservare come lo stesso episodio non sia solo un semplice omaggio, venendo utilizzato anche per altri scopi, come far partire un nuovo "capitoletto" della serie, offrire un pò di respiro dal precedente arco narrativo, ma sopratutto, approfondire la relazione tra Zenigata e il nostro protagonista dalla giacca colorata.
Analizzando quest'ultime osservazioni, il fatto che la serie sia divisa in capitoli lo si può capire dalla tag-line della serie, dato che a inizio episodio ne viene pronunciata una nuova; questo vuol solo dire che gli sceneggiatori hanno pensato di suddividere l'intera serie di 26 (alcuni dicono anche 24, non s'è ancora capito) episodi in più archi narrativi e più capitoli. Con Il Sogno Italiano - Parte 1 & 2 abbiamo finito il primo, e con questo quattordicesimo episodio, si apre il secondo sulle note di quello che, in una serie tv, sarebbe un Mid-Season Premiere. Questa suddivisione non può che portare bene, poiché si riesce a rendere più omogenea la narrazione senza troppo schematizzarla, come è successo a dozzine di Special TV di Lupin, dove si è raggiunta una schematizzazione tale delle storie che, ad un certo punto, si somigliavano tutte: si riusciva a distinguerle solo per il nome. Come ogni suddivisione in capitoli e dopo ogni grande avanzamento di trama, c'è bisogno di un episodio che non solo faccia riposare gli eventi, ma che tenga anche incollato lo spettatore e colleghi i due capitoli: e quale mossa migliore, se non fornire il sopracitato omaggio/citazione ad uno degli episodi più riusciti e apprezzati di sempre? Soluzione semplicissima a un problema, spesso, di difficile risoluzione per la serialità.
Punta di diamante dell'episodio, è stata però la conversazione finale tra Lupin e Zenigata, dove in un momento di intimità (sequenze rarissime nel mythos Lupiniano) i due discutono sulla loro relazione e sul filo che li ha legati indissolubilmente. In Avengers: Age Of Ultron, Visione diceva una frase che condivido moltissimo: "Le cose non sono belle perché durano nel tempo", lasciando intendere come Visione apprezzasse la mortalità della vita e come questa abbia una certa durata, cosa che rende davvero preziosa l'esistenza, ma anche speciale poiché può finire e raggiungere ad una conclusione; benché condivida personalmente questa filosofia, essa non può essere applicata alla rivalità Lupin/Zenigata poiché la bellezza del loro rapporto è racchiusa nel fatto che continui nonostante tutto, anche nonostante la mortalità della vita stessa e degli autori che ne scrivono le storie. Lupin e Zenigata sono in tutto e per tutto i classici amiconi dei buddy-movies, solo che hanno avuto la terribile sfiga di nascere dalla parte opposta della barricata: e come se non bastasse, in quelle barricate che devono pure scontrarsi, quelle barricate dove una è il nemico naturale dell'altra; ma essendo appunto degli amici, i due si rifiuteranno sempre e per sempre di porre fine alla carriera dell'uno e dell'altra, perché un vero amico non può farti questo brutto sgambetto: ed ecco come la sfida tra Lupin e Zenigata raggiunge la sua bellezza nell'essere immortale e virtualmente infinita. Per loro stessa ammissione, la missione dei due non è il raggiungimento di uno scopo, ma far in modo che questo rimanga vivo: loro due non vivono nel vincere la sfida, ma nel viverla...e se la sfida finisce, il divertimento sparisce.
Contro:
E come non potevamo partire dal menefreghismo cosmico con cui Italia Uno sta trattando la serie? Lupin III - L'Avventura Italiana, per chi non lo sapesse, è un'anteprima mondiale ancora inedita in tutte le altre nazioni: persino in Giappone, dove si è rinunciato di buon grado di farla debuttare nel paese del Sol Levante e posticipare il debutto al 1° Ottobre 2015, vendendo così l'anteprima e l'anticipata trasmissione all'Italia, oltre che ambientare tutta la storia nel paese tricolore per ringraziare i fans Italiani del ladro dell'enorme riscontro che ha avuto questo personaggio da noi. Sappiamo quanto il Giappone possa essere un paese molto chiuso verso le collaborazioni con l'estero e diverse testimonianze lo dimostrato (sopratutto una dichiarazione del fumettista Paul Pope, che potete leggere qui), quindi nel vedere la TMS Entertainment così ben propensa a riempirci di sviolinate e riverenze, non solo sbalordisce per la sua apertura, ma rende anche orgogliosi: finalmente, qualche soddisfazione. Ma invece no, dovevamo farci riconoscere anche in questa occasione. Un premio succulento e un ringraziamento coi fiocchi, sfruttato però malissimo perché occasione accolta dal network Italiano con pressapochismo e superficialità: prova inconfutabile, tutti questi continui cambi di programmazione che non favoriscono una stabilità di trasmissione, facendo perdere facilmente interesse al prodotto. Anche se il prodotto in questione può essere originale e rivoluzionario, comunque lo spettatore perderebbe interesse, perché le cose e i metodi di programmazione cambiano da un momento all'altro e non c'è mai la sicurezza di trovarlo sempre alla stessa ora e allo stesso posto. Qualcuno potrebbe dire che questo è un difetto superficiale e che non intacca le puntate, ma in verità, i fattori come lo stato d'animo dello spettatore e la sua voglia a firmare il tacito contratto della sospensione dell'incredulità, sono fattori che non possono essere trascurati, e se ti comporti così, praticamente stai mandando via quelli che sono i tuoi clienti.
Tornando però ad un contro strettamente legato all'episodio in sé, l'unica volta che ho storto il naso in La Fine di Lupin III, è stato con il cliffhanger finale. Da una parte è stata una mossa impeccabile inserircelo perché si continua sulla modalità seriale alla Person Of Interest, che abbiamo già analizzato in maniera oltremodo esaustiva nelle precedenti recensioni; dall'altra però, sto tizio probabilmente creato dalla scienza, col cavello lunghissimo e che esce da una vasca tipo Progetto Rinascita di Capitan America, mi ha ricordato fin troppo la genesi del principale villain del videogioco Final Fantasy VII: Sephiroth (il, a volte fin troppo osannatissimo, Sephiroth). Poi oh, per parlare su questa manovra narrativa è ancora molto presto, ma sulla carta non sembra poi granché. Aspettiamo sviluppi.
Per il resto, le altre rimostranze verso la serie sono sempre le solite. Senza star qui nuovamente a ripeterci, elenchiamo velocemente le suddette costanti meglio spiegate nelle recensioni degli episodi 01-04 e 05-07: la sigla di Moreno continua a fare schifo al cazzo, ma fortunatamente con la riduzione degli episodi, l'abbiamo sentita solo una volta; Yuji Ohno, purtroppo, continua a non brillare di inventiva e a presentare delle colonne sonore non all'altezza dei suoi precedenti successi. Certo, qualche brano davvero originale c'è, e in La Fine di Lupin III, c'è addirittura qualcuno che raggiunge la spettacolarità del passato, ma è solo un barlume della sua genialità: le colonne sonore del cartoon sono brani che, in passato, avrebbe composto tranquillamente al cesso o alla pausa pranzo. Nuovamente, sembra che il maestro qui si stia sforzando proprio per raggiungere il minimo indispensabile, facendo quindi "il compitino", oltre che avvertire mancanza di impegno, di voglia e sopratutto di passione; capisco che è dagli anni '70 che Ohno si occupa di musicare Lupin e incidenti di percorso possono succedere, ma non così clamorosi però. Anche se, di recente mi è giunta la notizia che la colonna sonora sfruttata per la versione Italiana sia diversa da quella Nipponica, dove quella Giapponese (di cui la foto della cover potete vederla come immagine d'apertura) contenga le vere musiche di Yuji Ohno, e che quelle che abbiamo sentito finora, non siano dell'ormai affezionatissimo compositore. Se così fosse, non solo abbiamo fatto 'na figura di merda, ma c'è stato anche giocato un bel tiro mancino.
Conclusioni:
Episodio in sé davvero soddisfacente e ben fatto, omaggio e approfondimento caratteriale sopra ogni altra cosa. Peccato che certe decisioni di trasmissione di Italia Uno facciano davvero girare i coglioni (scusate il francesismo) e impediscono di vivere la serie con la serenità che merita ogni spettatore. Attualmente, il più grande nemico della serie è proprio chi la trasmesse, perché il menefreghismo con cui la sta trattando potrebbe allontanare una cospicua fetta di pubblico e impedirgli di assistere ad un buon prodotto.
- Symo
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