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mercoledì 17 maggio 2017

Cold Winter (la non-recensione)

Sarò sincero, non sono un grande fan degli sparatutto in prima persona, non perchè sono contrario a una maggiore immedesimazione con il protagonista del videogame, ma perchè io adoro vedere l'omino digitale che saltella dappertutto, la terza persona (secondo me) è la forma migliore per muoversi in un contesto virtuale. Sono davvero pochi i titoli in prima persona a cui ho degnato la mia attenzioni e ancor meno sono i titoli che ho solo provato (per poi rompermi e piantarli a neanche metà) e solamente due quelli che mi hanno davvero intrippato tantissimo: uno di questi è Black...di cui non parlerò perchè il solo pensarvi mi vengono gli incubi, e l'altro è Cold Winter


Dati Generali
Sviluppatore: Swordfish Studios
Pubblicato da: Vivendi Universal Games
Data di Rilascio: 11 Maggio 2005
Genere: Sparatutto In Prima Persona
Tema: Spionaggio/Guerriglia
Piattaforme: PlayStation 2

Trama:
Andrew Sterling è un ex soldato britannico SAS che lavora per l'MI6, catturato nella Repubblica popolare cinese e imprigionato in prigione politica di Chang; L'MI6 ha distrutto tutti i file su Sterling per prevenire un incidente internazionale. È stato salvato la notte prima della sua esecuzione da una vecchia conoscenza di nome Kim e da un ex soldato SAS chiamato Daniel Parish. Per ripagare il suo debito a Parish per aver salvato la sua vita, Andrew decide di lavorare per la sua agenzia di sicurezza privata.

Il mio Non-Parere:
Gioco poco conosciuto, obiettivamente con poche caratteristiche che rinnovano il genere FPS (First Person Shooting) e con nessun tipo di novità eclatante introdotta. Ma, a volte, il problema dell'apprezzamento del gioco è proprio questo: lo spirito con cui si gioca. La gente, ma sopratutto i creatori, tendono sempre a creare qualcosa che rivoluzioni il genere, creare qualcosa che introduca delle novità, che "sconvolga per sempre" il modo di fare quel tipo di videogioco...ma dove sta il problema? Il problema è che, se il videogiocatore viene bombardato di troppi cambiamenti...si annoia, perchè non ha il tempo di abituarsi e di aggiornarsi, di stare al passo, e quindi c'è il rischio che abbandoni. Se analizzato bene, Cold Winter trova l'originalità non all'intero del gioco quanto all'idea di basa, cioè, quella di non apportare nessun tipo di novità marcata e presentare un semplice tributo al mondo delle spie, idea che ha sfornato un vero e proprio piccolo capolavoro. Se la parola "spionaggio" vi fa pensare al buonista 007, cambiate subito prospettiva, perchè tutti i clichè alla James Bond sono stati abbandonati in cambio di una realtà nuda e cruda, tra le altre cose che mi ha fatto amare alla follia questo gioco.


Parlando di trama e suo sviluppo, c'è un giusto alone di mistero attorno a tutti i personaggi e la missione principale che ben si sposa con il genere spionistico, rivelando al videogiocatore solo quello che è necessario sapere. Se poi aggiungiamo il condimento con una azione adrenalinica, incalzante, realistica e immediata, allora abbiamo un bel piatto fumante qui, e anche bello prelibato. Per alcuni, forse, avrebbe potuto volerci qualche introspezione in più. Ma è il mondo delle spie e ognuno ha i suoi sporchi segreti e un oscuro passato da tenere ancora più segreto dei segreti stessi; è un gioco di più ombre che luci, di mosse e contromosse, dove l'astuzia e le informazioni possono essere armi letali quanto la forza e la cattiveria. Giusto qualche giorno fa, ho scoperto che la trama è stata scritta da niente popò di meno che Warren Ellis: poliedrico e prolifico scrittore di fumetto - spesso citato e recensito su queste coordinate - autore di autentici capolavori del fumetto come Transmetropolitan, Iron Man: Extremis, Planetary, Moon Knight: From The Dead, The Authority e Nextwave.


Come ho sempre sostenuto, i videogiochi sono fatti per essere giocati quando si è in compagnia di qualcuno: specialmente questi FPS sono stati creati per uno scopo "sociale". Chiamatemi sempliciotto, ma io ho sempre adorato il Deathmatch e in Cold Winter c'è il miglior Deathmatch che un FPS possa desiderare, con anche una grande varietà di scelte che si possono fare come finire la partita per il raggiungimento di un certo punteggio o perchè è scaduto il tempo...e io ho sempre adorato farlo in compagnia, chiamare il mio migliore amico e spararci delle serate a base di Deathmatch e cibo spazzatura, tra vaccate astronomiche e scene esilaranti da ricordare...che (come se non bastasse) in CW non si potranno portare di certo troppe armi, ma sono delle signore armi che riducono il bot avversario in un cumolo di bit sanguinanti di cristalli liquidi.

Conclusioni:
Forse non il migliore o il più rivoluzionario degli sparatutto, ma almeno è un gioco con una dignità, una storia e del carattere.


- Symo

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