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venerdì 25 maggio 2018

Plutona - la recensione (Baloon Central #144)

Oggi parliamo di PLUTONA. Perché? Perché ne abbiamo voglia.


Dati Generali:
TestiJeff Lemire
Disegni: Emi Lenox
Volume Contenente: Plutona #1-5 (Vol. 1)
Anno di Pubblicazione: 2016
Etichetta: Image Comics
Prezzo: 19,00 €

Trama:
Il corpo di Plutona, la più forte supereroina di Metro City, viene scoperto abbandonato in un bosco da cinque giovani studenti. Questo tragico rinvenimento, se da un lato permetterà all’inedito gruppo di unirsi attraverso la condivisione di un segreto che esclude il mondo degli adulti, dall’altra porterà a galla le contraddizioni e i lati oscuri di ognuno di loro

Il Mio Parere:
Leggendo Plutona non si può che paragonarlo a Stranger Things, serie tv hit prodotta da Netflix e che ha conquistato pubblico e critica. Magari i numeri di Stranger Things - in termini di riscontro nel pubblico generalista - non sono paragonabili all'opera di Jeff Lemire ed Emi Lenox, ma - in termini di impatto sul pubblico e capacità di rielaborazione - sicuramente si.


L'abilità del serial di Matt e Ross Duffer è stata quella di saper prendere, rielaborare e unire concetti e ed elementi di cultura degli anni '80, sfornando un prodotto che riformattava degli stilemi narrativi propri di quella decade per una generazione che ha conosciuto quegli anni solo attraverso le opere prodotte in quel lasso di tempo. Insomma, cose vecchie, raccontante in modo nuovo, senza però tradirne l'animo. Lemire usa praticamente lo stesso "trucco" dei Fratelli Duffer, rielaborando per i suoi scopi delle strutture narrative utilizzate con successo già da altre opere immancabilmente citate in Plutona come i film Stand By Me (da cui l'autore riprendere l'idea del ritrovamento di un cadavere da parte dei protagonisti) e Goonies (da cui riprende le caratteristiche dei protagonisti, tutti grandi emarginati sociali) per veicolare tematiche a lui care, spesso legate alla sfera dell'infanzia.

Qui Lemire tenta (e azzecca) la fase successiva, ovvero il tema dell’adolescenza come conclusione dell’età infantile e iniziazione alla consapevolezza della propria mortalità, operazione di crescente autocoscienza scatenato dalla scoperta della morte. Il trauma infatti porterà i cinque protagonisti - nucleo portante e pulsante della narrazione, nonché cuore della stessa - a reagire al confronto con la sinistra mietitrice, scoperchiando (al lettore, ma anche ai personaggi stessi) ansie, paure, insicurezze e la presenza di un vuoto affettivo da colmare, dolore che innescherà la crudele operazione di crescita e la ricerca di un elemento di rinforzo che sopperisca all'incalzante mal di crescere. Con questa struttura narrativa impostata per veicolare queste tematiche, Jeff Lemire crea un opera dedicata a più fasce d'età e che parla a loro in modo personale e universale, mostrando i dilemmi e la bellezza delle dinamiche sociali che si ripetono - con le dovute differenze - di generazione in generazione.


A completare questa cornice, la scelta del ritrovamento del cadavere di una supereroina funge come leitmotiv del volume, oltre che da avatar del "tradimento ultimo", ovvero la distruzione di quella credenza ritenuta universale e incrollabile dai giovani e che poi va a sgretolarsi nel peggiore dei modi raggiunta l'età della consapevolezza, che nel caso specifico di Plutona diventa: gli adulti non sono perfetti, né tanto meno esisteranno per sempre e ci saranno a proteggerci sempre. E se non lo sono gli "adulti normali", figuriamoci i supereroi, che nascondono debolezze e imperfezioni (sociali e non) dietro una maschera e una vita di apparente gloria eterna, quando invece non è altro che una strada lastricata di infamia, compromessi e controsensi.

Su questa parte, però, devo purtroppo confessare che ho odiato moltissimo come è stata sviluppata la sottotrama di Plutona che, fino al finale, era venduta bene al lettore facendola pure passare per una grande e ben strutturata citazione al revisionismo/decostruzionismo della figura del supereroe. Nel finale - sia su questo punto, che per tutta la deriva "educativa/formativa" di cui prima - è un po' come se Lemire si rimangiasse tutto, quasi come se alla fine si fosse reso conto di aver avuto paura di arrivare fino in fondo. Forse Jeff Lemire ha voluto "insegnare" al lettore un'ulteriore beffa del mondo adulto, ovvero quello della costante menzogna (a volte a fin di bene) ma avrei comunque preferito che fosse andato fino in fondo.


A completare l'affresco, lo scrittore canadese sceglie le impeccabili e azzeccate matite di Emi Lenox, disegnatrice decisamente perfetta per il compito da svolgere e la resa finale. Il suo tratto simula consapevolmente e volutamente una resa grafica imperfetta e immatura, così da dare fino in fondo l'impressione di una trama adolescenziale. L’effetto si nota particolarmente nella resa dell’anatomia dei personaggi, realizzati seguendo una presa di posizione realistica e assolutamente empatizzabile dal lettore, senza che lo stile nipponeggiante della Lenox esageri con le forme; forse è con le espressioni che pecca un po' mostrando una gamma limitata di emozioni, ma comunque incisivi e funzionali ai testi.

Conclusioni:
Plutona di Jeff Lemire e Emi Lenox forse non avrà rivoluzionato un genere o detto qualcosa di nuovo, ma rimanete comunque un'opera sincera e personale in cui chiunque può rivedere i propri timidi passi nell'approcciarsi ad una delle materie più difficili da imparare e insegnare: la vita adulta. Qualche problema sul finale un po' altalenante, ma nel complesso penso che Plutona vada più apprezzato perché simile ai racconti di Haruki Murakami: nel 90% dei suoi romanzi, non è importante quello che succede, ma come viene detto. E il come viene detto è decisamente fantastico.

- Symo

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