Potevamo saltare questo appuntamento con AVENGERS: INFINITY WAR? Certo che no.
Trama:
Dopo gli eventi di Captain America: Civil War, la comunità supereroistica è divisa e allo sbando. Capitan America si è dato alle black-ops con il resto degli ex-Vendicatori che hanno voluto seguirlo, mentre Iron Man continua ad operare per il conto del governo; sullo sfondo, molti alti eroi esordiscono e danno il loro contributo, lontano però dall'ala protettiva degli Vendicatori, ormai divisi. Proprio in questo clima di smarrimento, esordisce sulla scena il possente Thano, minaccioso alieno di enorme potere accompagnato dalla sua guardia personale (l'Ordine Nero) che, stanco dei continui fallimenti dei suoi sottoposti, decide di mettersi in prima linea per raggiungere il suo obiettivo: raccogliere tutte le sei Gemme dell'Infinito e conquistare il Guanto dell'Infinito. I Vendicatori dovranno riunirsi malgrado le divergenze ed allearsi con altri eroi come i Guardiani della Galassia, il Dottor Strange e l'Uomo Ragno.
Il mio Parere:
E questa era la trama. Prima di cominciare, vanno fatte delle doverose scuse: ho saltato un sacco di appuntamenti. Esclusa la recensione di Spider-Man: Homecoming (perché bisognava parlare male di quel film) molti degli appuntamenti con i cinecomics uscito nell'arco dell'ultimo anno come Thor: Ragnarok o Wonder Woman li ho saltati a pié pari. Non per qualche impegno, non perché non ne avevo voglia, ma perché - e vi giuro che è la vera verità - sto ancora soppesando il loro giudizio. Per quanto mi riguarda, ogni volta che faccio una recensione (e questo sicuramente è merito della formazione acquisita con RecenSerie) non basta esprimere il gradimento riguardo l'oggetto della recensione, ma spiegare anche perché.
Purtroppo, quei perché, non è che non li abbia trovati, è che sto cercando di traslarli dal groviglio ammassato nella mia testa a parole di senso compito. Spiegata questa ora, di riflesso potete già capire la potenza di Avengers: Infinity War. Perché se gli ultimi cinecomics mi hanno causato un "blocco dello scrittore" e con questa diciannovesima fatica filmata Marvel Studios le parole da scrivere sono anche troppe, vuole dire che non solo il film ha fatto centro: ma si è proprio distrutto il bersaglio e fatta terra bruciata di ciò che gli stava vicino.
Detto questo, ora possiamo parlare del film dividendo il discorso nelle tre classiche macro-aree tematiche dove ci infiliamo i Pro, i Contro e i Così Così, anche se delle ultime due aree non aspettate di leggere chissà cosa.
- MCU's Season Finale: Visto che le serie tv oggi vanno di moda, utilizziamo pure il linguaggio proprio di quel media. I Marvel Studios hanno dichiarato che, dopo il 2020, vogliono fare ancora film perché hanno ancora tanti personaggi e storie da utilizzare, quindi è probabile che i film Marvel mi accompagneranno fino alla pensione, se ci arrivo (se me la pagassero loro poi, sarebbero proprio dei tesori). Ma al di là di quello che vogliono fare per o dopo il 2020, oggi il Marvel Cinematic Universe sta arrivando alla conclusione di un grande arco narrativo che ha permesso la creazione di questo universo, un universo cinematografico fatto di sequel pubblicati non tanto per farli, ma per creare un senso di continuità e di un universo narrativo corale che cresce e si sviluppa sfruttando la crescita e l'evoluzione caratteriale dei suoi abitanti.
Infinity War rappresenta la prima parte di questo "finale di stagione", termine da intendere proprio come atto conclusivo di una trama orizzontale che ogni film del MCU (chi più, chi meno) ha contribuito ad imbastire. E, la cosa spettacolare e soprattutto soddisfacente, è che tutto torna. Ogni dettaglio/indizio/diceria/loglio disseminato - un po' per torna conto personale della trama, un po' per zizzania - compie la sua missione, descrivendo la chiusura di un cerchio perfetta, dimostrando che gli elementi inseriti non sono stati messi lì tanto per, ma piuttosto per uno scopo preciso. E quando tutto torna e decisamente fantastico, perché lo spettatore capisce che ciò che è stato compiuto non solo è qualcosa di mai tentato prima, ma è anche una storia pensata con cognizione di causa e scritta in modo da essere funzionale al suo obiettivo.
Infinity War rappresenta la prima parte di questo "finale di stagione", termine da intendere proprio come atto conclusivo di una trama orizzontale che ogni film del MCU (chi più, chi meno) ha contribuito ad imbastire. E, la cosa spettacolare e soprattutto soddisfacente, è che tutto torna. Ogni dettaglio/indizio/diceria/loglio disseminato - un po' per torna conto personale della trama, un po' per zizzania - compie la sua missione, descrivendo la chiusura di un cerchio perfetta, dimostrando che gli elementi inseriti non sono stati messi lì tanto per, ma piuttosto per uno scopo preciso. E quando tutto torna e decisamente fantastico, perché lo spettatore capisce che ciò che è stato compiuto non solo è qualcosa di mai tentato prima, ma è anche una storia pensata con cognizione di causa e scritta in modo da essere funzionale al suo obiettivo.
- Un film sui punti di vista: Ed è chiaro che, per compiere questo obiettivo non solo parlando in termini strettamente narrativi, ma anche morali, c'era bisogno della presenza di tutti gli eroi cinematografici Marvel. Dico narrativo perché ognuno di loro ha il suo scopo della storia ed è stato introdotto proprio per avere quella precisa funzione in Infinity War, ma anche perché molti personaggi sui cui magari non si puntava molto, alla fine sono finiti per diventare quelli che hanno determinato più di tutti gli eventi e il successo del MCU. Per esempio, ok che Iron Man ha dato il via a tutto e quindi un filo in più di protagonismo glielo diamo, però quando realizzi che il miglior villain dei film di e con Tony Stark è Capitan America, due domande sulla qualità dei film della sua saga te le fai.
Il punto però è che, capito e archiviato questa cosa, Infinity War - prima di funzionare egregiamente per l'orgia corale di personaggi e il loro corretto e dosato utilizzo - funziona perché è un film di punti di vista, un po' come Game Of Thrones; cioè, sicuramente non proprio proprio così (a causa delle esigenze del cinema, che non può fare pellicole lunghe giorni) ma lo stile è quello. Tra le tante cose che i fan dell'opera di George Martin apprezzano c'è sicuramente il fatto che non esiste una netta divisione tra buoni e cattivi. Ognuno dei suoi personaggi ha degli obiettivi che persegue nonostante tutto, per tanto, la percezione "buono/cattivo" è secondaria solo al tipo di relazione che ognuno dei protagonista ha con gli altri personaggi del roster.
Il punto però è che, capito e archiviato questa cosa, Infinity War - prima di funzionare egregiamente per l'orgia corale di personaggi e il loro corretto e dosato utilizzo - funziona perché è un film di punti di vista, un po' come Game Of Thrones; cioè, sicuramente non proprio proprio così (a causa delle esigenze del cinema, che non può fare pellicole lunghe giorni) ma lo stile è quello. Tra le tante cose che i fan dell'opera di George Martin apprezzano c'è sicuramente il fatto che non esiste una netta divisione tra buoni e cattivi. Ognuno dei suoi personaggi ha degli obiettivi che persegue nonostante tutto, per tanto, la percezione "buono/cattivo" è secondaria solo al tipo di relazione che ognuno dei protagonista ha con gli altri personaggi del roster.
Nonostante qui si possa intravedere la linea che divide buoni e cattivi, va detto che ogni personaggio è strutturato come Game Of Thrones: ognuno di loro possiede degli obiettivi e dei codici morali che segue; se poi compaiono dei personaggi magari uniti su qualche fronte, è perché gli interessi coincidono, ma sostanzialmente ognuno dei personaggi di Infinity War ha degli obiettivi e dei codici morali che porta avanti nonostante tutto.
L'esempio più eclatante è ovviamente quello di Thanos - di cui, questo terzo capitolo di Avengers ne è il suo show personale - che persegue si un intento universalmente etichettato come "amorale" e "malvagio", ma introdotto allo spettatore in maniera diversa. Il fatto è che non è presentato come il classico cattivo malvagio della Disney, tutto risate e grossi paroloni, ma come una figura complessa che argomenta la sua missione; che poi la gente in sala può comunque vederla come amorale e malvagia, ma quanto meno c'è un ragionamento dietro che genera della empatia con Thanos e permettere allo spettatore di capire i perché e i per come la pensi così, ma non della simpatia, arrivando quindi a giustificare i suoi mezzi. Ed è così che scrivi un cattivo, soprattutto uno Marvel: mica quel Pinocchio emo e rancoroso che era Ultron.
Ma la cosa non si limita ovviamente a Thanos, ma pure a tutti gli altri. Prendendo per esempio i due Vendicatori citati prima, Capitan America e Iron Man si comportano alla stessa maniera, benché siano ufficialmente dalla stessa parte. Il punto è che i due, adesso, credono in due scuole diverse di eroismo e cercano di salvare la situazione senza tradire ciò in cui credo, anche se questo vorrebbe dire "abbassarsi" a dover raggiungere un compromesso. Spesso, senza magari esplicitamente dirlo con parole (ma lasciando intendere da sguardi e silenzi) cercano di evitare il compromesso, portando testardamente sulle spalle il peso delle conseguenze dei film precedenti. Qualcuno potrebbe sicuramente dire che, in situazioni di grande rischio del genere, bisognerebbe ingoiare un po' di orgoglio e lottare su fronte comunque nonostante le divergenze ma, come detto, questo è un film di punti di vista.
Ora, io ho fatto l'esempio di Tony Sterko e Cap, però la cosa va estesa a tutti i personaggi: dal Dottor Strange (più interessato a salvare il multiverso, che vite umane) a Drax (più interessato alla sua vendetta, che a salvare il multiverso); dall'Uomo Ragno (più interessato ad impressionare Stark, che a fare l'eroe) a Scarlet (più interessata a bombarsi Visione, che a fare l'eroina) e così via. Del resto, che siano persone di colore verde o viola, sono comunque persone e come tali vengono presentate.
Ma la cosa non si limita ovviamente a Thanos, ma pure a tutti gli altri. Prendendo per esempio i due Vendicatori citati prima, Capitan America e Iron Man si comportano alla stessa maniera, benché siano ufficialmente dalla stessa parte. Il punto è che i due, adesso, credono in due scuole diverse di eroismo e cercano di salvare la situazione senza tradire ciò in cui credo, anche se questo vorrebbe dire "abbassarsi" a dover raggiungere un compromesso. Spesso, senza magari esplicitamente dirlo con parole (ma lasciando intendere da sguardi e silenzi) cercano di evitare il compromesso, portando testardamente sulle spalle il peso delle conseguenze dei film precedenti. Qualcuno potrebbe sicuramente dire che, in situazioni di grande rischio del genere, bisognerebbe ingoiare un po' di orgoglio e lottare su fronte comunque nonostante le divergenze ma, come detto, questo è un film di punti di vista.
Ora, io ho fatto l'esempio di Tony Sterko e Cap, però la cosa va estesa a tutti i personaggi: dal Dottor Strange (più interessato a salvare il multiverso, che vite umane) a Drax (più interessato alla sua vendetta, che a salvare il multiverso); dall'Uomo Ragno (più interessato ad impressionare Stark, che a fare l'eroe) a Scarlet (più interessata a bombarsi Visione, che a fare l'eroina) e così via. Del resto, che siano persone di colore verde o viola, sono comunque persone e come tali vengono presentate.
- Marvel's Orgia di Super-Tizi: Quando annunciarono che nel 2012 avrebbero fatto un film sui Vendicatori con Captain America, Thor, Hulk, Vedova Nera, Occhio di Falco e Iron Man - senza contare Nick Fury, gli agenti dello S.H.I.E.L.D. e Loki - il pensiero fu subito: quanto male la vedete? E invece, il lavoro di Josh Whedon è stato encomiabile e con il successivo Age of Ultron del 2015 il regista e sceneggiatore ha fatto anche meglio, se si considera l'aggiunta di Visione, Scarlet Witch, Quicksilver, Falcon, War Machine e Ultron. Tuttavia, per quanto Whedon santo sempre, bisogna ammettere che un lavoro come quello dei Fratelli Russo e degli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely il creatore di Buffy l'Ammazzatesticoli non era in grado di farlo.
I registi ereditati da Captain America: The Winter Soldier e Captain America: Civil War sono stati gli uomini giusti per il lavoro giusto, visto e considerato che i film da loro diretti - soprattutto Civil War - aveva un tale numero di supereroi in guerra tra loro da essere ufficiosamente chiamato Avengers 3. I fratelli Anthony e Joe Russo hanno gestito quel cast egregiamente e alla Marvel non hanno avuto dubbi sull'affidare questa titanica impresa a loro, visto che ripetono la magia di Civil War, film che si reggeva proprio sulla coralità del cast, facendo del roster dei protagonisti il suo maggior punto di forza, creando una piramide di caratterizzazione su cui, poi, tutta la trama cerca di reggersi.
Nelle loro apparizioni, ogni protagonista riesce a ritagliarsi sensazionali momenti di protagonismo grazie a scene d'azione e mosse spettacolari messi a segno da loro: più, ovviamente, brevi, taglienti ed incisive linee di dialogo che rendono la caratterizzazione di ogni personaggio solida e ben costruita. La prova del nome di questo enorme, ma semplice, lavoro arriva se fate questo giochino: se pensate ad un personaggio presente nel film, subito vi verrà in mente una sua scena memorabile. Questo significa aver scritto una parte veramente vincente e incisiva, perché dare una personalità che buca lo schermo a così tanti personaggi, vuol dire aver fatto un lavoro a dir poco magistrale e superbo.
- Tono e Ritmo: Regia, sceneggiatura, fotografia, ritmo della narrazione e, insomma, tutti gli aspetti tecnici di Avengers: Infinity War sono al servizio dell'ansia e di una trama al cardiopalmo. E' un film devastante e che non dà tregua allo spettatore, promettendo (per poi mantenere) che tutto può succedere da un momento all'altro, che nessuno è immortale e che chiunque potrebbe morire da un momento all'altro, fregandosene di eventuali contratti per sequel o per la celebrità di un determinato personaggio. Oltre due ore e quaranta di sudore freddo che manco agli esami di maturità.
- Il Finale: Semplicemente, non credevo che avrebbero avuto il coraggio di prendere una decisione simile. Complimenti per aver trovato il coraggio di metter giù una scrittura così audace e coraggiosa.
Bene, ora arriva il momento in cui dovrei parlare male di qualche difetto. Il punto è che non è che non ce ne sono, è che o vengono risolti tutti per strada, oppure la pellicola organizza qualche scena che ti fa dimenticare il fatto che si sia stato qualche difetto. Per fare un esempio, le sequenze con Thor e i Guardiani della Galassia possono essere tranquillamente etichettate come la parte cialtrona del film, dedicata soprattutto a chi ha amato quell'action-comedy che non avrebbe mai dovuto essere tale aka siccome la saga di Thor è andata in vacca copiamo i Guardiani che è Thor: Ragnarok (padre, perdonali). Quell'umorismo che si, insomma, fa ridere, però anche se azzecchi il tempismo giusto fa comunque ridere ma alla fine pensi sia inopportuno. Ebbene, anche una parte cialtrona come questa si divide in due storyline che tirano fuori un botto di scene così traumatizzanti da bloccare la crescita, così elettrizzanti da farti saltare sulla sedia.
Altro esempio, anche se ogni personaggi ha la sua fetta di protagonismo, qualcuno passa sempre e comunque in secondo piano rispetto agli altri. Il punto è che, anche se ci sono personaggi che hanno meno spazio di altri, quando parlano e agiscono, il film te lo fa ricordare in modo che non te lo scordi più. Quindi, come dicevo, non è che i difetti non ci sono: è che, come Wolverine, il fattore rigenerante provvede a guarire da tutto.
Conclusioni:
Lo dico? Lo dico. Avengers: Infinity War è quel vecchissimo film che spero conosciate che risponde al nome de L'Impero Colpisce Ancora del Marvel Cinematic Universe, e forse dei cinecomics tutti. Sperando che la seconda parte non sia lo speciale televisivo di Star Wars.
- Symo
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