Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin III, I Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con RUNAWAYS.
Dati Generali:
Dati Generali:
Testi: Noelle Stevenson
Disegni: Sanford Greene
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Runaways (Vol. 4) #1-#4
Prezzo: 3,30 €
Trama:
Gli adolescenti migliori e più brillanti da tutti gli angoli di Battleworld sono scelti per frequentare una scuola prestigiosa nella capitale del pianeta! Ma che cosa fa la nuova classe quando scopre che l'amato direttore della scuola è in realtà un super cattivo diabolico?
Il mio Parere:
Come detto fino alla nausea in queste recensioni legate a Secret Wars 2015, ognuna delle miniserie pubblicate come corollario dell'evento è una citazione/tributo ad una storia/periodo che ha reso grande la Marvel Comics. Con Runaways, la miniserie cerca di omaggiare le serie a sfondo teen drama supereroistico che la Casa Delle Idee pubblicava ad inizio anni 2000 per dare ai teenagers del nuovo millennio nuovi personaggi con cui identificarsi. Young Avengers, come la originale Runaways slegata da Guerre Segrete 2015, erano i capisaldi di questo filone e ad oggi sono ricordate dai fan per dei precisi motivi: decisamente uguali e contrari a questa miniserie.
Molte volte non si può dire con certezza se un autore abbia fatto "i compiti", ovvero se si sia informato o no sulla serie che sta per prendere in mano riguardo le passate gestioni. A volte succede che l'autore in questione si informi eccome, però abbia semplicemente le idee sbagliate e sforni una storia indecente. Ma tante altre volte, si nota come uno scrittore proprio non si sbatta di recuperare gli arretrati in modo da entrare nella filosofia della serie e creare una gestione che sia qualcosa di proprio dello scrittore, ma che - contemporaneamente - non tradisca le ideologie della testata. Ebbene, tristemente questo è il caso di Noelle Stevenson, che con questi quattro numeri tradisce proprio il concetto su cui si basavano i Runaways.
La serie concepita da Brian K. Vaughan nel 2003 e portata avanti da tanti altri astri della penna - come Joss Whedon e Terry Moore, quindi non gli ultimi stronzi - aveva come tema centrale la fuga finalizzata, però, ad una continua crescita e formazione personale verso una migliore e più adulta versione di sé; a veicolare questa tematiche, erano i protagonisti, un manipolo di personaggi sconosciuti ed inventati ex-novo per la serie, legati però con legami di sangue e parentela a famosi criminali Marvel. Questa caratteristica rendeva i fuggiaschi dei giovani Don Quijote, la cui fuga era spesso vista solo una triste carica verso i mulini a vento destinata a fallire, poiché puoi correre quanto vuoi, ma il destino alla fine ti raggiunge sempre. C'è qualcosa di tutto questo nel Runaways connesso con Secret Wars? Ovviamente no.
La mini si limita semplicemente a scimmiottare The Breakfast Club, Deadly Class e New X-Men di Grant Morrison, contribuendo a veicolare solamente le tematiche punk della insofferenza verso il controllo delle autorità e la ribellione verso di esse. In più le tematiche sono veicolate in maniera molto, molto debole, poiché abbiamo per protagonisti personaggi fin troppo noti della Marvel - come Cloack & Dagger e il Soldato D'Inverno - riconfigurati però per rimpiazzare i celebri protagonisti degli originali Runaways. Dunque perché sono qui? Perché sono nomi grossi e quindi attirano a prescindere.
Ai disegni abbiamo invece uno svogliatissimo e semplicemente svogliato Sanford Greene. Indubbiamente non la sua prova peggiore, ma è certo che su Power Man And Iron Fist riuscirà davvero a fare di meglio. Qui si vede proprio che non vedeva l'ora di finire questi quattro numeri, come del resto anche il lettore.
Conclusione:
Runaways fallisce nel riproporre il fascino della originale serie anche in sala Secret Wars. Qualcuno potrebbe dire che è difficile fare imprese del genere per un crossover ma, come abbiamo visto in ben altre recensioni, in realtà non è così. A 'sto giro, Stevenson e Greene deludono assai.
- Symo
Molte volte non si può dire con certezza se un autore abbia fatto "i compiti", ovvero se si sia informato o no sulla serie che sta per prendere in mano riguardo le passate gestioni. A volte succede che l'autore in questione si informi eccome, però abbia semplicemente le idee sbagliate e sforni una storia indecente. Ma tante altre volte, si nota come uno scrittore proprio non si sbatta di recuperare gli arretrati in modo da entrare nella filosofia della serie e creare una gestione che sia qualcosa di proprio dello scrittore, ma che - contemporaneamente - non tradisca le ideologie della testata. Ebbene, tristemente questo è il caso di Noelle Stevenson, che con questi quattro numeri tradisce proprio il concetto su cui si basavano i Runaways.
La serie concepita da Brian K. Vaughan nel 2003 e portata avanti da tanti altri astri della penna - come Joss Whedon e Terry Moore, quindi non gli ultimi stronzi - aveva come tema centrale la fuga finalizzata, però, ad una continua crescita e formazione personale verso una migliore e più adulta versione di sé; a veicolare questa tematiche, erano i protagonisti, un manipolo di personaggi sconosciuti ed inventati ex-novo per la serie, legati però con legami di sangue e parentela a famosi criminali Marvel. Questa caratteristica rendeva i fuggiaschi dei giovani Don Quijote, la cui fuga era spesso vista solo una triste carica verso i mulini a vento destinata a fallire, poiché puoi correre quanto vuoi, ma il destino alla fine ti raggiunge sempre. C'è qualcosa di tutto questo nel Runaways connesso con Secret Wars? Ovviamente no.
La mini si limita semplicemente a scimmiottare The Breakfast Club, Deadly Class e New X-Men di Grant Morrison, contribuendo a veicolare solamente le tematiche punk della insofferenza verso il controllo delle autorità e la ribellione verso di esse. In più le tematiche sono veicolate in maniera molto, molto debole, poiché abbiamo per protagonisti personaggi fin troppo noti della Marvel - come Cloack & Dagger e il Soldato D'Inverno - riconfigurati però per rimpiazzare i celebri protagonisti degli originali Runaways. Dunque perché sono qui? Perché sono nomi grossi e quindi attirano a prescindere.
Ai disegni abbiamo invece uno svogliatissimo e semplicemente svogliato Sanford Greene. Indubbiamente non la sua prova peggiore, ma è certo che su Power Man And Iron Fist riuscirà davvero a fare di meglio. Qui si vede proprio che non vedeva l'ora di finire questi quattro numeri, come del resto anche il lettore.
Conclusione:
Runaways fallisce nel riproporre il fascino della originale serie anche in sala Secret Wars. Qualcuno potrebbe dire che è difficile fare imprese del genere per un crossover ma, come abbiamo visto in ben altre recensioni, in realtà non è così. A 'sto giro, Stevenson e Greene deludono assai.
- Symo
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