Continuiamo con la nostra sfilza di film che sto guardando in questi giorni? Ovvio che si! Ehi...un momento! Ma è tutta qui la tua introduzione? Deh, inventatevela voi una nuova introduzione ogni giorno! Vai con la recensione di PSYCHO.
Innamorata di un uomo sposato, Marion cede alla tentazione di cambiare vita fuggendo con 40.000 dollari che doveva portare in banca per conto dell'uomo per cui lavora. Durante un lungo viaggio in automobile viene sorpresa da un temporale e decide di fermarsi nell'isolato Motel Bates, dove viene uccisa a coltellate. Chi è l'assassino: il giovane proprietario o sua madre? Dopo la scomparsa di un investigatore da loro assunto, la sorella e il fidanzato indagano.
Il mio Parere:
Che insomma, parlare di Hitchcok è un pò come parlare di Miyazaki: che senso ha? O meglio: cosa potrebbe dire l'ultimo degli stronzi che vi scrive di quanto altri già egregiamente non abbiano fatto? Oppure, cosa potrebbe dire di tanto rivoluzionario di quanto le loro opere non facciano già da se semplicemente esistendo? La risposta è la più semplice, veritiera e disarmante: niente. Ma ci prova comunque, perché si diverte. Quindi, se faccio schifo, non mi giudicate: è l'emozione.
Tratto dal romanzo omonimo di Robert Bloch e girato con un budget di soli 800.000 dollari e quaranta giorni di riprese, Psycho è il film più famoso e celebre del regista Inglese non solo grazie a delle sequenze che diventeranno leggenda ma anche ad un cast particolarmente ricercato, primo fra tutti, il mitico Anthony Perkins nell'antologico ruolo di Norman Bates, uno dei personaggi più iconici del cinema. Precursore dei film giallo a sfondo thriller, il Maestro mise in questo film praticamente tutta la sua bravura di regista e tutto il suo genio narrativo; girato in bianco e nero, versione a lui cara e molto più congeniale per l'imput del film, se togliamo la leggendaria scena della doccia
la pellicola è sopratutto ricordata per il costante senso di angoscia e di suspance che costantemente accompagnano lo spettatore ad ogni suo piccolo passo nella storia (complici anche particolari inquadrature ansiogene) e per svariati temi trattati, tra cui i più celebri: 1) La dualità: ogni personaggio sembra sfoderare un pretesto per farsi odiare e per farsi ben volere, mostra i suo Ying e Yang insomma, mostrandosi come si mostra un personaggio normale: come un uomo con le sue diverse sfaccettature. Marion, vittima ma ladra; Norman, vittima ma carnefice, lo spettatore non sa bene per chi tifare; 2) La psicosci criminogena e come certi eventi traumatici possano cambiare totalmente la mentalità di una persona.
Unito poi ai repentini usi di Red Harring (un pretesto che serve per far concentrare lo spettatore su vicende che hanno poca importanza nella trama del film) e svariati colpi di scena imprevedibili (tipo la verità sulla psicosi di Norman Bates) Psycho è passato alla storia per essere stata una magistrale fusione di tecnica ed inventiva
Conclusioni:
Dopo 50 anni dalla sua proiezione, Psycho non ha nemmeno una fotogramma grigio nelle pellicola e con tutti gli anni che si porta sul groppone riesce ancora a ricreare le stesse emozioni che creò al tempo del suo esordio, mostrando che il cinema di oggi ha ancora molto da imparare e molto da invidiare ai maestri del passato.
- Symo
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