"Posso conoscere a menadito un personaggio dei fumetti, leggendo una sola storia?". Purtroppo per voi scansafatiche, nel mondo dei fumetti - soprattutto quelli supereroistici - è impossibile conoscere come le vostre tasche un personaggio leggendo una sola storia. I personaggi dei fumetti sono formati nel loro mythos da più scrittori e, per tanto, per avere una visione completa bisogna leggere più e più storie. Però, per vostra fortuna, ci sono comunque storie dove è possibile conoscere la loro caratterizzazione più intima anche solo attraverso un numero. Per questo, il sottoscritto ha deciso di dare vita ad una rubrica mensile in cui verranno analizzati i vari one-shot dove capire questi personaggi con un solo numero è possibile. Questo, è il terzo episodio.
Prima di cominciare, qualche informazione tecnica: come si parla di questi di questi one-shot e secondo quale criterio? Ci si concentrerà su numeri singoli legati ai supereroi e si prenderanno in esame i numeri che sono riusciti a spiegare in maniera più cristallina l'animo di un personaggio, utilizzando un solo numero e non una gestione intera. Per quando potete trovare di preciso questa nuova rubrica, sappiate che Un Numero Per Capirli sarà disponibile ogni ultimo Mercoledì del mese, ogni mese. Tutto chiaro? Bene, allora, si parte.
Amazing Spider-Man #248 (Vol. 1, 1984)
Facciamo un piccolo passo indietro, dato che mi sono accorto che qualcuno può non saper cosa vuol dire: cosa è un one-shot? Solitamente, è un numero solitario pubblicato singolarmente e slegato da altre testate con una storia che nasce e muore all'intero di quelle pagine; pagine, superiori a quelle di un fumetto mensile, ma inferiori a quelle di una graphic novel. Di solito ci teniamo sulla portata di un Annual, quindi sulle quaranta/cinquanta pagine circa. Speso però, per semplicità - anche se sarebbe un errore - ci si riferisce a one-shot anche a quelle storie che, pur essendo pubblicate all'intero di una serie, rappresentano un episodio stand alone, un episodio a sé e slegato da tutta la gestione attualmente in corso. Che no, non è un filler, ma proprio un episodio a parte.
Nello scorso numero avevamo detto che ci saremmo concentrati non solo su queste tipologie di numeri, ma anche su personaggi In questa rubrica ci concentreremo su queste tipologie di numeri, trattando di supereroi - i personaggi che hanno bisogno di più autori, prima di avere una caratterizzazione completa - ma non quelli classici. Nello scorso episodio avevamo detto che ci saremmo concentrati anche su personaggi meno conosciuti, privilegiando quelli poco conosciuti o quelli bistrattati dalle masse. Ovviamente continueremo con questa linea di condotta, però a volte si parlerà anche di alcuni numeri che sono in grado di far capire con un sola lettura anche i personaggi di Serie A, poiché alcuni di loro hanno magari una storia editoriale complessa con cui è facile perdersi. Il numero scorso abbiamo fatto l'eccezione con Wolverine e, solo per questa ultima volta, continuiamo lo strappo alla regola con l'Uomo Ragno parlando di Amazing Spider-Man #248 di Roger Stern (testi) e Ron Frenz (disegni). Via con la trama del numero.
Dopo aver letto un'intervista sul Daily Bugle dove un ragazzino di nome Tim spiegava la sua innata passione per l'Uomo Ragno - tanto da essersi guadagnato il soprannome di "il ragazzo che collezionava l'Uomo Ragno" - il tessiragnatele va a visitarlo quella sera stessa. Negli anni di attività di Peter come supereroe, il ragazzo (da vero fan numero uno dell'eroe) ha raccolto ogni tipologia di memoribilia, dai ritagli di giornale, ai i resti delle sue battaglie contro i superceffi e addirittura i titoli dispregiativi editi da J. Jonah Jameson. Apparentemente, il numero sembra una sorta di tour guidato delle origini del Ragno e della sua carriera finora o, meglio ancora, un "making of" dell'Uomo Ragno raccontato da sé stesso al piccolo ammiratore. Le cose cambiano drasticamente quando Spidey decide di accontentare la richiesta di smascheramento di Tim, curioso di sapere chi ci fosse sotto la maschera dell'Arrampicamuri.
Tim scopre così che Spidey è Peter Parker e, contento di sapere che sotto la maschera del nobile eroe c'è una persona altrettanto nobile, il ragazzo va a dormire giurando di non dire mai a nessuno la verità. Una promessa che sicuramente manterrà, visto che Tim è ammalato di cancro e si trova ad uno stadio terminale, tant'è che gli rimangono poche settimane di vita.
Leggendo un po' la trama diventa abbastanza chiaro il perché si consiglia questa storia a coloro che vogliono conoscere in maniera cristallina l'Uomo Ragno. In primis - motivo comunque superficiale rispetto a tutto il resto, ma indubbiamente da non trascurare - è che la scusante della visita a Tim da parte del protagonista permette al team artistico di ripercorre (in maniera molto riassuntiva, ma comunque esaustiva) le origini del personaggio, dando modo a chi non conoscere i retroscena dell'ottenimento dei poteri di Peter Parker di avere una infarinatura generale, ma che comunque permette di inquadrare bene gli eventi che hanno portato alla creazione dell'Uomo Ragno.
Come seconda cosa, la storia permette al lettore di poter osservare da vicino - e in maniera completamente nuda e onesta - l'animo più intimo del personaggio, oltre che avere una concreta prova dell'umanità che ha permesso all'Uomo Ragno di diventare uno dei supereroi più celebri e letti, oltre che più vicino al carattere dell'uomo medio. Tutto sta infatti nell'atto finale dello smascheramento, un atto non perpetrato per dare un semplice contentino ad un bimbo con la sicurezza che quanto rivelatogli finirà nella tomba, quanto più per il candido gesto mosso dalla calorosa e volenterosa voglia di un eroe puro di cuore di volere regalare una gioia ad un bambino innocente che non potrà godere dei suoi anni migliori.
Le pagine finali, di fatti, ribaltano completamente la storia e quello che sembrava un pretesto per offrire ai lettori una semplice "storielle di ripasso", si trasforma invece in uno dei numeri manifesto di Spidey, delineando una delle sue azioni più eroiche, dove lo si trova pronto a sacrificare il suo segreto più prezioso solo per il dovere (la responsabilità!) di dover dare a quel ragazzo una soddisfazione che sia una, in quella che è la sua breve vita; e, come il suo mantra insegna: da un grande potere, derivano grandi responsabilità, e sua era la responsabilità di dimostrare a Tim di essere all'altezza delle sue aspettative. Ma ancor di più, sono di devastante tristezza e struggenti e commoventi pagine finali, volutamente mute per sottolineare la greve depressione di non avere potere contro mali più grandi. Oltre alla gentilezza e alla solidarietà, c'è da considerare il senso di impotenza che i supereroi provano di fronte a drammi della vita che paradossalmente vanno oltre le loro super abilità e che sull'Uomo Ragno hanno un effetto devastante, facendogli ricredere sulla sua fattibilità della sua professione.
Ed è proprio per questi motivi che l'Uomo Ragno sarà sempre letto e sarà sempre disponibile sui nostri scaffali: perché si fa carico di sconfitte del genere, anche se non dovrebbe farlo. Ma lo fa: perché a lui importa. Perché lui è un eroe.
- Symo
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