Oggi, parliamo di un telefilm, perché - come sempre - ne abbiamo voglia. Recensione di tutte le due stagioni di POWERS.
Trama:
I detective Christian Walker e Deena Pilgrim lavorano in un'unità speciale della omicidi chiamata "Powers", che si occupa di casi che coinvolgono i supereroi e i supercattivi. In un mondo in cui avere dei poteri può renderti famoso, la morte di un noto supereroe fa notizia. Ora i due sono in missione per scoprire la verità che li porterà a Calista, una giovane donna dal passato misterioso e dalle motivazioni sospette.
Il mio Parere:
Come tutte le mode, le novità del momento e le grandi innovazioni in un qualsiasi campo, con la venuta di Netflix e piattaforme simili, anche la Sony ha deciso di cavalcarne l'onda: un po' per aumentare la concorrenza, un po' per sperimentare altri campi e un po' per dimostrarsi un'azienda versatile e capace di sfornare prodotti di diversa entità. Pur non rimodellando completamente la piattaforma PlayStation Network (dedita sopratutto al multiplayer online dei videogame da lei, o altre aziende, prodotti) Sony conferisce ai suoi clienti la possibilità dell'online streaming di serie tv originali create dalla stessa, cercando di riconfigurarsi anche come "network televisivo".
E visto che abbiamo fatto trenta, perché non fare trentuno? Se già stai cavalcando l'onda di Netflix, perché non cavalcare l'altra onda del momento: quella dei serial comics, per esempio? Infatti PSN non se lo fa ripetere due volte e sceglie, dall'infinito e vasto mazzo di serie a fumetti del comicdom mondiale, l'acclamato procedurale noir/supereroistico Powers: in lista d'attesa per un adattamento già dal 2011 per il canale FX.
Per quelli che non vivono a pane e fumetti, sappiate subito che la serie Powers (disegnata, per tutti i suoi numeri, da Michael Avon Oeming) è il magnum opus del prolifico Brian Michael Bendis: pezzo da '90 dei fumetti d'oltreoceano di recente passato in DC Comics dopo quasi vent'anni in Marvel Comics, casa editrice e che gli ha permesso di farsi conoscere al grande pubblico grazie alla creazione di serie di successo della Casa Delle Idee come Ultimate Spider-Man, Daredevil, Alias e molte, molte altre. Fra tutti i nomi presenti nella sua sconfinata bibliografia, Powers è quello che spicca di più, quella che potremmo definire la sua opera identificata, quella che ti viene in mente per prima appena senti il suo nome; un po' come succede per artisti del calibro di Alfred Hitchcock: appena lo citi, non puoi far altro che pensare a Psycho.
Un bel biglietto da vista per PSN, che decide di inaugurare la sezione online streaming con una serie di tutto rispetto, ma che rappresenta anche una bella sfida; ce la farà a riproporla in versione telefilm con la stessa potenza della sua controparte cartacea? Considerando che nell'Agosto del 2016 la serie è stata cancellata dopo due stagioni da dieci episodi l'una, è automatico dire che non ce l'ha fatta. E, in effetti, sotto molti aspetti non c'è riuscita. Ciò non vuol dire che, su alcuni aspetti, gli showrunner Charlie Huston e David Slade ne hanno azzeccata qualcuna.
Powers ha il grande pregio di catturare le caratteristiche principali della sua controparte cartacea, e riproporle sul piccolo schermo con la stessa potenza, trasformando il serial in una accattivante alternativa disincantata alla tipica raffigurazione del genere supereroistico di famose major come Marvel e DC. Di fatti, l'universo fittizio in cui si muovono i detective Christian Walker (Sharlto Copley) e Deena Pilgrim (Susan Heyward) è indubbiamente il punto di forza dello show: un universo narrativo dove, esseri umani e supereroi, vivono a stretto contatto tra di loro, legandosi l'un l'altro in una instabile chimica tra ammirazione e cinismo; le persone comuni idolatrano questi sgargianti e carismatici giustizieri, ritagliandone intorno alla loro figura un'interpretazione quasi divina, ma che in verità, dietro la maschera, nascondono personalità fragili e piene di vizi e perversioni; non mancheranno, infatti, scene dove saranno ritratti i supers nell'atto di drogarsi o di sfruttare la loro posizione e influenza, per approfittare sessualmente di giovani aspiranti.
Una visione del mondo dei supereroi fin troppo umana e per niente diversa alla situazione di alcuni vip del nostro mondo dello spettacolo, anche se per il media dei comics può essere un concetto trito e ritrito, non è per lo è per la tv e fornisce allo spettatore che esce da visioni come The Flash e Marvel's Agents Of S.H.I.E.L.D., una nuova e inedita chiave di lettura. Il tutto poi è rafforzato dal fatto che, pur sentendo parlare e citare nomi degli eroi di Powers, quest'ultimi appaiono poco di persona e quasi per nulla interagiscono con i protagonisti, e anche quando s'intrattengono in appariscenti battaglie rese magistralmente da spettacolari effetti speciali (uno sopra tutti, la raffigurazione dei poteri di Johnny Royalle), le schermaglie al gusto di raggi laser e forza erculea vengono sempre viste da lontano e attraverso gli occhi di chi non ha superpoteri, rafforzando quindi l'atto di idolatrare gli eroi e aumentare esponenzialmente la delusione nel sapere che, di super, hanno proprio poco.
Le cose che, invece, lasciano un po' perplessi sono i numerosi cambi e rivisitazioni rispetto alla controparte cartacea: alcuni più piccoli e "innocui", altri invece più grandi e decisamente più dannosi. Tra quelli più "innocui" abbiamo sicuramente la poca somiglianza con gli attori scelti per il serial, attori che ricordano solo vagamente la fisicità dei personaggi che interpretano. Magari cambia solo qualche dettaglio, per esempio Walker, il protagonista, è magro e decisamente sciupato, quando nel fumetto è praticamente un marcantonio a quattro ante. Tuttavia, anche se questi sono dettagli, diminuiscono l'empatia tra spettatore (che è anche un lettore dell'original fumetto) e l'opera.
Ma il problema più grande, come anticipato sopra, è il fatto che la serie si è lasciata andare ad una eccessiva rivisitazione. Deena Pilgrim, per esempio, mentre nel fumetto è una di quelle classiche donne poliziotto dura, scurrili ma piacenti, nel telefilm invece è la quinta essenza del principiante alle prime armi. E questo è solo un piccolo esempio, ma il discorso va fatto per tutte le storyline e tutti i personaggi. Per fare un altro esempio, Christian Walker è stato un supereroe prima di diventare detective e il suo eroico passato viene rivelato dopo molti numeri e portato al lettore come un colpo di scena. Nel telefilm, invece, il suo passato da eroe non solo viene reso subito noto, ma è anche una informazione di dominio pubblico. Sembra un cambio irrisorio, ma in realtà è una rivisitazione pesante e che cambia completamente la concezione del personaggio.
Altro difetto è il mondo di Powers. Sembra strano che per un mondo che si è fatto una ragione dell'esistenza di esseri con poteri con cui vive a stretto contatto, si sappia così poco degli usi e costumi di questo universo, ma praticamente tutto dei suoi protagonisti principali: da piccoli dettagli e curiosità, a segreti e peccatucci del passato; rivelazioni che, tra le altre cose, non vengono nemmeno fuori genuinamente nell'arco dei cinquantatré minuti di puntata, ma subito nel primo quarto d'ora, creando una chimica contrastante di ambigua fattura: sopratutto considerando che il serial è classificato come "crime fiction" dove, per legge del genere, gli stessi protagonisti devono avere un passato turbolento, instabile e sopratutto, segreto; che verrà poi sicuramente reso noto, ma con le giuste tempistiche e, possibilmente, evitando queste cadute di stile. Ovviamente il termine di paragone è la controparte cartacea.
E visto che abbiamo fatto trenta, perché non fare trentuno? Se già stai cavalcando l'onda di Netflix, perché non cavalcare l'altra onda del momento: quella dei serial comics, per esempio? Infatti PSN non se lo fa ripetere due volte e sceglie, dall'infinito e vasto mazzo di serie a fumetti del comicdom mondiale, l'acclamato procedurale noir/supereroistico Powers: in lista d'attesa per un adattamento già dal 2011 per il canale FX.
Per quelli che non vivono a pane e fumetti, sappiate subito che la serie Powers (disegnata, per tutti i suoi numeri, da Michael Avon Oeming) è il magnum opus del prolifico Brian Michael Bendis: pezzo da '90 dei fumetti d'oltreoceano di recente passato in DC Comics dopo quasi vent'anni in Marvel Comics, casa editrice e che gli ha permesso di farsi conoscere al grande pubblico grazie alla creazione di serie di successo della Casa Delle Idee come Ultimate Spider-Man, Daredevil, Alias e molte, molte altre. Fra tutti i nomi presenti nella sua sconfinata bibliografia, Powers è quello che spicca di più, quella che potremmo definire la sua opera identificata, quella che ti viene in mente per prima appena senti il suo nome; un po' come succede per artisti del calibro di Alfred Hitchcock: appena lo citi, non puoi far altro che pensare a Psycho.
Un bel biglietto da vista per PSN, che decide di inaugurare la sezione online streaming con una serie di tutto rispetto, ma che rappresenta anche una bella sfida; ce la farà a riproporla in versione telefilm con la stessa potenza della sua controparte cartacea? Considerando che nell'Agosto del 2016 la serie è stata cancellata dopo due stagioni da dieci episodi l'una, è automatico dire che non ce l'ha fatta. E, in effetti, sotto molti aspetti non c'è riuscita. Ciò non vuol dire che, su alcuni aspetti, gli showrunner Charlie Huston e David Slade ne hanno azzeccata qualcuna.
Powers ha il grande pregio di catturare le caratteristiche principali della sua controparte cartacea, e riproporle sul piccolo schermo con la stessa potenza, trasformando il serial in una accattivante alternativa disincantata alla tipica raffigurazione del genere supereroistico di famose major come Marvel e DC. Di fatti, l'universo fittizio in cui si muovono i detective Christian Walker (Sharlto Copley) e Deena Pilgrim (Susan Heyward) è indubbiamente il punto di forza dello show: un universo narrativo dove, esseri umani e supereroi, vivono a stretto contatto tra di loro, legandosi l'un l'altro in una instabile chimica tra ammirazione e cinismo; le persone comuni idolatrano questi sgargianti e carismatici giustizieri, ritagliandone intorno alla loro figura un'interpretazione quasi divina, ma che in verità, dietro la maschera, nascondono personalità fragili e piene di vizi e perversioni; non mancheranno, infatti, scene dove saranno ritratti i supers nell'atto di drogarsi o di sfruttare la loro posizione e influenza, per approfittare sessualmente di giovani aspiranti.
Una visione del mondo dei supereroi fin troppo umana e per niente diversa alla situazione di alcuni vip del nostro mondo dello spettacolo, anche se per il media dei comics può essere un concetto trito e ritrito, non è per lo è per la tv e fornisce allo spettatore che esce da visioni come The Flash e Marvel's Agents Of S.H.I.E.L.D., una nuova e inedita chiave di lettura. Il tutto poi è rafforzato dal fatto che, pur sentendo parlare e citare nomi degli eroi di Powers, quest'ultimi appaiono poco di persona e quasi per nulla interagiscono con i protagonisti, e anche quando s'intrattengono in appariscenti battaglie rese magistralmente da spettacolari effetti speciali (uno sopra tutti, la raffigurazione dei poteri di Johnny Royalle), le schermaglie al gusto di raggi laser e forza erculea vengono sempre viste da lontano e attraverso gli occhi di chi non ha superpoteri, rafforzando quindi l'atto di idolatrare gli eroi e aumentare esponenzialmente la delusione nel sapere che, di super, hanno proprio poco.
Le cose che, invece, lasciano un po' perplessi sono i numerosi cambi e rivisitazioni rispetto alla controparte cartacea: alcuni più piccoli e "innocui", altri invece più grandi e decisamente più dannosi. Tra quelli più "innocui" abbiamo sicuramente la poca somiglianza con gli attori scelti per il serial, attori che ricordano solo vagamente la fisicità dei personaggi che interpretano. Magari cambia solo qualche dettaglio, per esempio Walker, il protagonista, è magro e decisamente sciupato, quando nel fumetto è praticamente un marcantonio a quattro ante. Tuttavia, anche se questi sono dettagli, diminuiscono l'empatia tra spettatore (che è anche un lettore dell'original fumetto) e l'opera.
Ma il problema più grande, come anticipato sopra, è il fatto che la serie si è lasciata andare ad una eccessiva rivisitazione. Deena Pilgrim, per esempio, mentre nel fumetto è una di quelle classiche donne poliziotto dura, scurrili ma piacenti, nel telefilm invece è la quinta essenza del principiante alle prime armi. E questo è solo un piccolo esempio, ma il discorso va fatto per tutte le storyline e tutti i personaggi. Per fare un altro esempio, Christian Walker è stato un supereroe prima di diventare detective e il suo eroico passato viene rivelato dopo molti numeri e portato al lettore come un colpo di scena. Nel telefilm, invece, il suo passato da eroe non solo viene reso subito noto, ma è anche una informazione di dominio pubblico. Sembra un cambio irrisorio, ma in realtà è una rivisitazione pesante e che cambia completamente la concezione del personaggio.
Altro difetto è il mondo di Powers. Sembra strano che per un mondo che si è fatto una ragione dell'esistenza di esseri con poteri con cui vive a stretto contatto, si sappia così poco degli usi e costumi di questo universo, ma praticamente tutto dei suoi protagonisti principali: da piccoli dettagli e curiosità, a segreti e peccatucci del passato; rivelazioni che, tra le altre cose, non vengono nemmeno fuori genuinamente nell'arco dei cinquantatré minuti di puntata, ma subito nel primo quarto d'ora, creando una chimica contrastante di ambigua fattura: sopratutto considerando che il serial è classificato come "crime fiction" dove, per legge del genere, gli stessi protagonisti devono avere un passato turbolento, instabile e sopratutto, segreto; che verrà poi sicuramente reso noto, ma con le giuste tempistiche e, possibilmente, evitando queste cadute di stile. Ovviamente il termine di paragone è la controparte cartacea.
Poster di Michael Avon Oeming realizzato per la Seconda Stagione
Conclusione:
L'adattamento televisivo di Powers riesce a catturare l'anima dell'originale media di provenienza, fornendo agli spettatori una visione del colorato mondo dei supereroi, oltre che una chiave di lettura tutt'altro che super e fumettistica, riuscendo quindi ad imporsi come un serial capace di osare, di trattare di argomenti scomodi e anche spigolosi. Purtroppo, gli showrunner assunti da Playstation Network hanno finito per rivisitare troppo (e troppo eccessivamente) numerosi elementi della originale serie che hanno finito per svalutare tantissimo la serie e renderla più un tour guidato di questo mondo: quasi un insieme di spezzoni di un documentario su Powers stesso. C'era del potenziale per dire qualcosa di nuovo ed imporsi con prepotenza nel sempre più agguerrito e folto genere dei serial comics, ma - e scusate il francesismo - PSN ha davvero buttato questa occasione nel cesso.
- Symo
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