Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin III, I Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con GLI AGENTI DELL'ATLAS.
Dati Generali:
Dati Generali:
Testi: Tom Taylor
Disegni: Steve Pugh
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Secret Wars: Agent Of Atlas #1
Prezzo: ND
Trama:
Il dominio di terrore del Barone Zemo tiene ancora in vita gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, così come questa situazione di oppressione ha dato modo di creare gli Agenti Dell'Atlas: un gruppo di eroi undeground intenzionati a distruggere il regime di Zemo. Ma cosa succede quando il loro leader, Jimmy Woo, viene catturato? Tocca Coulson dare una mano.
Il mio Parere:
Leggendo questo one-shot di poche pagine e parzialmente slegato da Secret Wars, mi è venuta in mente una sola parola - o meglio, il titolo di un opera - per descrivere quest'avventura degli Agenti Dell'Atlas aka ex-Vendicatori degli anni '50. L'opera è: Indiana Jones.
Non ne avremo mai la certezza, ma l'abile e sottovalutatissimo Tom Taylor (di cui ancora vi consiglio il suo ottimo Superior Iron Man) riesce ad incanalare tutta la magia di cui era pregna la saga di Indiana Jones di George Lucas, fatta di avventura, eventi mozzafiato, sequenze al cardiopalma, una spiccata divisione tra buoni e cattivi e tutto ciò che rendeva le riviste pulp il meglio sulla piazza, tanto da ispirare giovanotti come lo stesso Lucas che, anni dopo, decideranno di omaggiare nelle loro produzioni. Infatti, Secret Wars: Agent Of Atlas non è altri che una versione moderna delle storie di quel periodo identificato come Golden Age, ma non solo dei fumetti, ma di tutte le storie realizzate tra gli anni '30 e '40. Come lo stesso Lucas creò Indiana Jones nell'intento di modernizzare quelle storie, ambientando tutta la storia negli anni '40, Taylor guarda all'esempio del celebre regista, sfruttando la location di Battleworld per ricostruire un mondo che ricalchi quegli anni.
Tom Tayler capisce che un gruppo del genere, nonostante l'ottima modernizzazione di Jeff Parker messa in scena tra il 2006 e il 2009, non può purtroppo funzionare al di fuori della bolla temporale della Golden Age in cui sono intrappolati. Cambiando setting e location, il resto della storia fila liscio e spedito, poiché i personaggi si trovano nel loro habitat. Per tanto, se volete godervela appieno, non aspettatevi una storia complicata e intricata. Il perché risiede in due motivi: 1) lo sceneggiatore cerca di attenersi il più possibile allo stile dei fumetti della Golden Age, puntando quindi sull'immediatezza e storie risolvibili in poche pagine; 2) il format è quello di one-shot, ergo non c'erano disponibili troppo pagine, quindi bisognava per forza concludere il tutto nelle pagine disponibili.
Ottime anche le matite di Steve Pugh, disegnatore che deve tutto il suo stile alla legnosità squisitamente anni '80 che disegnatori come Brian Bolland e George Peréz hanno finito per farne un tratto caratteristico. Nelle sequenze di riposo e riflessive, Pugh non mostra molta espressività, dimostrandosi incapace di delineare personaggi che provano delle emozioni; a momenti, i personaggi di Fifa 99 avevano più muscoli facciali funzionanti. Fortunatamente, si risolleva un sacco nelle scene di combattimento, dove riesce a realizzare delle tavole dove il dinamismo della battaglia e la spettacolarità bellica fanno prendere letteralmente vita alle sue tavole. Anche, in questo numero singolo sfoggia uno stile molto più curato e vellutato e decisamente apprezzabile.
Conclusione:
Secret Wars: Agenti Dell'Atlas è un simpatico e carino omaggio agli eroi della Golden Age.
- Symo
Non ne avremo mai la certezza, ma l'abile e sottovalutatissimo Tom Taylor (di cui ancora vi consiglio il suo ottimo Superior Iron Man) riesce ad incanalare tutta la magia di cui era pregna la saga di Indiana Jones di George Lucas, fatta di avventura, eventi mozzafiato, sequenze al cardiopalma, una spiccata divisione tra buoni e cattivi e tutto ciò che rendeva le riviste pulp il meglio sulla piazza, tanto da ispirare giovanotti come lo stesso Lucas che, anni dopo, decideranno di omaggiare nelle loro produzioni. Infatti, Secret Wars: Agent Of Atlas non è altri che una versione moderna delle storie di quel periodo identificato come Golden Age, ma non solo dei fumetti, ma di tutte le storie realizzate tra gli anni '30 e '40. Come lo stesso Lucas creò Indiana Jones nell'intento di modernizzare quelle storie, ambientando tutta la storia negli anni '40, Taylor guarda all'esempio del celebre regista, sfruttando la location di Battleworld per ricostruire un mondo che ricalchi quegli anni.
Tom Tayler capisce che un gruppo del genere, nonostante l'ottima modernizzazione di Jeff Parker messa in scena tra il 2006 e il 2009, non può purtroppo funzionare al di fuori della bolla temporale della Golden Age in cui sono intrappolati. Cambiando setting e location, il resto della storia fila liscio e spedito, poiché i personaggi si trovano nel loro habitat. Per tanto, se volete godervela appieno, non aspettatevi una storia complicata e intricata. Il perché risiede in due motivi: 1) lo sceneggiatore cerca di attenersi il più possibile allo stile dei fumetti della Golden Age, puntando quindi sull'immediatezza e storie risolvibili in poche pagine; 2) il format è quello di one-shot, ergo non c'erano disponibili troppo pagine, quindi bisognava per forza concludere il tutto nelle pagine disponibili.
Ottime anche le matite di Steve Pugh, disegnatore che deve tutto il suo stile alla legnosità squisitamente anni '80 che disegnatori come Brian Bolland e George Peréz hanno finito per farne un tratto caratteristico. Nelle sequenze di riposo e riflessive, Pugh non mostra molta espressività, dimostrandosi incapace di delineare personaggi che provano delle emozioni; a momenti, i personaggi di Fifa 99 avevano più muscoli facciali funzionanti. Fortunatamente, si risolleva un sacco nelle scene di combattimento, dove riesce a realizzare delle tavole dove il dinamismo della battaglia e la spettacolarità bellica fanno prendere letteralmente vita alle sue tavole. Anche, in questo numero singolo sfoggia uno stile molto più curato e vellutato e decisamente apprezzabile.
Conclusione:
Secret Wars: Agenti Dell'Atlas è un simpatico e carino omaggio agli eroi della Golden Age.
- Symo
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