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lunedì 6 novembre 2017

Inferno (la recensione)

Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin IIII Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con INFERNO.


Dati Generali:
Testi: Dennis Hopeless
Disegni: Javier Garrón
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Inferno (Vol. 1) #1-#5
Prezzo: 3,50 € (cad.)

Trama:
Quattro anni fa, Madelyne Pryor - diventata la perfida Regina Dei Goblin - scatenò sulla Terra un orda di demoni che inghiottì Manhattan. Gli X-Men, alleatosi con la prima formazione di X-Factor, i Nuovi Mutanti ed Excalibur, si prodigarono per fermare Madelyne e il suo esercito. Ma fallirono. Oggi, questi gruppi sono riuniti sotto un unica bandiera e, da allora, combattono in clandestinità contro il regno del terrore della Regina Dei Goblin nel tentativo di rovesciarlo. 

Il mio Parere:
A leggere Inferno, nella nostra rassegna stampa, ci saremmo comunque arrivati, ma questa mini viene recensita dopo l'omaggio di X-Tinction Agenda per via di un esperimento che mi interessava svolgere. Visto che Programma Extinzione è stato 'na ciofeca, il pessimo risultato ottenuto è stato per colpa del team artistico incaricato che non riuscì effettivamente a tirar fuori idee leggibili, o perché i crossover del secolo scorso degli X-Men sono così invecchiati male da impedire agli sceneggiatori di oggi di tirare fuori qualcosa di buono? Indubbiamente, la prima. Perché dalle pagine di Inferno si capisce che Dennis Hopeless - che sia o meno un fan degli X-Men o un profondo conoscitore della loro storia - s'è andato a leggersi l'originale storia, tira fuori (da bravo studente qual è) un bell'omaggio alla stessa: usando qualche trucchetto.

Sapendo di doversi occupare con Mark Bagley di All-New X-Men nel rilancio editoriale post-Secret Wars 2015 e sapendo di non poter riassumere in cinque numeri un evento che conta 18 parti sparsi fra le testate mutanti e ben altri 25 sparsi per le altre testate Marvel in qualità di tie-ins, Hopeless decide di prenderla di sbieco, utilizzando il trucco più in voga di questo crossover: trasformare questa mini più in un What If...?, immaginando cosa sarebbe successo se gli esisti della originale storia fossero andati diversamente. Trucco indubbiamente da circo ma incredibilmente funzionale per Inferno, dato che permette allo sceneggiatore di: 1) concentrarsi su pochi personaggi e caratterizzarli bene, trasformandoli nel motore della mini; 2) creare una storia più avvincente grazie alla caratterizzazione dei personaggi; 3) allontanarsi dalla storia originale, senza però tradirne le atmosfere.

Così facendo, Inferno diventa non solo il trampolino di lancio per la nuova serie di Hopeless/Bagley post-Guerre Segrete, ma anche il riscatto di molti personaggi e una bella storia di vendetta e redenzione. Sicuramente, il nucleo di tutta la narrazione di Inferno è rappresentato dalla triade Colosso-Pryor-Magik.


Colosso è il protagonista principale scelto da Hopeless, protagonista accattivante per il tormento interiore che sente dentro di sé a causa del tradimento della sorella Magik che, schieratasi coi demoni della Regina Dei Goblin, ha concesso alla Pryor la vittoria. Colosso è un personaggio che sente su di sé una certa responsabilità e senso di colpa dell'accaduto, leitmotiv che lo porterà ad intraprendere un viaggio di redenzione per salvare la sorella e lasciare in disparte gli X-Men (qui veramente sullo sfondo e lasciati come "citazione di contorno"); proprio per questo, una forse delle pecche della storia, è che Inferno è più la solo mission di Colosso che un omaggio al crossover, ma Piotr Rasputin è un protagonista così ben strutturato che ci si dimentica in fretta della cosa. In più Colosso è un personaggio così ben strutturato da far valorizzare una grande tematica, purtroppo oggi attuale per colpa di Hugh Jackman: gli X-Men possono esserci e fare la differenza anche senza Wolverine.

Magik è invece l'elemento a sorpresa. Il lettore, basandosi sulle sue reminescenze della originale Inferno, crede che il villain sia la Regina Dei Goblin, quando invece (molto lentamente e con parsimonia) il ruolo viene acquisito da Illyana Rasputin, confermandosi una cattiva veramente sadica, meschina e diabolica, protagonista di scene di così cristallina malvagità da rubare la scena a molti dei buoni della storia e a Colosso stesso. Mentre il fratello intraprende per lei un viaggio di redenzione, con Magik si affronta la tematica dell'impossibilità di tale redenzione. A volte il male è un cancro così forte ed efferato da distruggere tutto il buono che c'è nelle persone, cambiando, trasformando e mutando quella persona fino a che non diventa irriconoscibile. A quel punto, diventa erbaccia da sradicare.

Madelyne Prior, invece, è (come gli X-Men) spesso sullo sfondo, ma perché Hopeless si è trovato diviso tra due intenzioni: riscattare questo bistrattatissimo personaggio e utilizzarlo per le sue trame future. Per tanto il personaggio funziona a tratti ma, quando è usato bene, si presenta come una autentica femme fatale con il pieno controllo della situazione e in grado di tirare i fili come un vero mastermind villain che non è né buono, né cattivo: sta solo dalla sua parte.

Miglior compagno di viaggio per Dennis Hopeless non poteva che essere Javier Garrón, disegnatore magari dallo stile poco incisivo e incapace di "bucare la tavola", ma sicuramente adatto al compito. Garrón non si dimostra particolarmente abile nel mettere a segno tavole espressive, organizzandole magari in modo particolare o ricercato; il suo è uno stile molto standard e standardizzato con il solo obiettivo di far arrivare il messaggio al lettore anche a livello grafico. Però ha un grande vantaggio che spesso molto altri artisti trovano solo con l'esercizio, ma che a Garrón sembra venir naturale: trasmettere anche graficamente le atmosfere dei testi grazie ad un suo lavoro di traduzione grafica. Grazie a lui e ai suoi character design e ambientazioni grottesche, gotiche e infernali, sembra veramente di stare all'Inferno; può sembrare una cosa superflua ma, soprattutto nei fumetti, una fedeltà grafica in linea con i testi aumenta il coinvolgimento del lettore durante la lettura. Unico difetto del caro Javier è sicuramente la qualità del tratto che, nei numeri finali, rilascia qualche tavola non all'altezza dei numeri precedenti

Conclusione:
Inferno è più una miniserie sul deviato rapporto tra i fratelli Colosso e Magik, piuttosto che un omaggio all'originale crossover a cui si ispira. Però questo non impedisce alla miniserie di essere avvincente e in grado di intrattenere fino alla fine.

- Symo

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