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lunedì 23 ottobre 2017

Le Segrete Guerre Segrete Di Deadpool (la recensione)

Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin IIII Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con LA GUERRA SEGRETA DI DEADPOOL.


Dati Generali:
Testi: Cullen Bunn
Disegni: Matteo Lolli & Matteo Buffagni
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Deadpool's Secret Secret Wars (Vol. 1) #1-#4
Prezzo: 2,90 € (cad.)

Trama:
Nel revival delle prime Guerre Segrete, il crossover del 2015 ripercorre gli eventi di quegli storici numeri rivelando un segreto: a quel tempo, c'era anche Deadpool. Ma com'è che nessuno, men che meno Wade Wilson, si ricorda dell'accaduto?

Il mio Parere:
Sulla carta sembrava veramente una cazzata allucinante. Più che altro perché, da quando nei primi anni 2000 c'è stata di rivalutazione del personaggio di Deadpool, la Marvel ha preso l'alter-ego rosso/nero di Wade Wilson e l'ha praticamente spremuto fino all'osso, buttandocelo praticamente ovunque e creando delle storie solo per buttarcelo dentro e accaparrarsi lettori. Arrivati alla quasi saturazione, nelle varie miniserie di Secret Wars 2015 la Marvel da l'occasione a Deadpool di dire la sua anche sulle originali Guerre Segrete degli anni '80. Come si era detto sopra, sembrava veramente una idea del cavolo, l'ennesimo stupro del personaggio di Deadpool. E invece è venuta fuori una delle migliori miniserie di Guerre Segrete 2015.


Non era facile il compito di Cullen Bunn, più che altro perché quando vuoi aggiungere un elemento moderno - e, a quanto pare, non molto apprezzato da molti (cosa che non vale per il sottoscritto) - in una storia che definire leggendaria non è assolutamente un termine usato a sproposito, non devi essere bravo per uscirtene a testa alta: di più. Solitamente, ogni cambiamento radicale e/o aggiunta di un punto di vista diverso di una storia iconica genera grande scalpore tendente al negativo, più che altro perché tali aggiunte causano spesso un impoverimento dell'opera, diminuendone il valore. Ma Bunn non si fa trovare impreparato e prende una scelta che molti definiranno paracula ma che, invece, era quella migliore per soddisfare entrambe le scuderie (i fan di Deadpool e quelli che odiano ogni aggiunta postuma ad ogni storia iconica): la scelta.

Lo sceneggiatore scrive la storia in modo che, a livello di continuità, risulti ufficiale che Il Mercenario Chiacchierone fosse effettivamente presente all'epoca della prima Guerra Segreta, facendo un favore anche al collega Gerry Duggan, che - nella sua run iniziata con Brian Poshen - si è impegnato nell'inserire apparizioni di D-Pool anche in anni antecedenti alla sua effettiva creazione. Contemporaneamente all'operazione di retcon, ne segue una di re-retcon che contribuisce a cancellare la stessa retcon e tutto quanto narrato in Deadpool's Secret Secret Wars, facendo come se questi quattro numeri non siano mai successi. "Ma quindi che senso ha fare una retcon che poi retconizza sé stessa?" vi chiederete. Come si diceva sopra, le Guerre Segrete di Jim Shooter e Mike Zeck sono un qualcosa di intoccabile e, avendo scritto questa storia, Cullun Bunn dà la scelta ai lettori: se vogliono una visione più completa delle Secret Wars del 1984-1985, saranno i lettori stessi a considerare Deadpool's Secret Secret Wars ufficialmente in continuità; se invece lo considerano un sacrilegio, possono far finta che nulla sua successo: anche se, nel primo caso, si ricorda che per capire questa mini vanno comunque lette le originali. Così facendo, Bunn prende due piccioni con una fava nella maniera più onorevole e rispettosa possibile.


Ma ora, ecco il domandone da un miglione di dollaroni. Facciamo finta che il lettore abbia scelto di vedere la presenza di Deadpool nelle originali Guerre Segrete come ufficialissima. La sua presenza impoverisce o impreziosisce la storia di Shooter e Zeck? La risposta vi sorprenderà.

Può sembrare non scontatissimo vedendo il protagonista in questione, ma raccontata come l'ha raccontata Bunn, la presenza del Mercenario Chiacchierone è effettivamente un arma in più alla storia: soprattutto perché si parla di un personaggio munito non solo della celeberrima abilità di meta-narrazione, ma anche per il fatto che Deadpool sia esordito alla fine del periodo Revisionista dei Supereroi. La sua visione dell'eroismo molto tagliente e cinica, unita al suo umorismo sottile e che sfonda nel citazionismo (nonché perculata al crossover stesso) rende Deadpool un'apprezzabile elemento di contrasto con quel mondo dove l'eroe non era ancora diventato quell'elemento da sporcare e far vivere in situazioni tra il nero e il bianco; va detto però che difficilmente avrebbe funzionato se il punto di vista fosse stato corale come la originale Guerra Segreta, nonostante la scelta azzeccata di narrare nella mini in questione non tutti gli eventi, ma solo quelli cruciali dell'originale evento visto dal punto di vista del protagonista.


Alle matite abbiamo invece un informissima Matteo Lolli che, pur non apprezzandolo granché come disegnatore, vederlo impegnato nel tentativo di ripristinare l'atmosfera grafica degli anni '80 è un inaspettato piacere per gli occhi. Omologandosi ad uno stile più classico e cercando addirittura di ripristinare la vecchia composizione della griglia dei fumetti dell'epoca, è come se Lolli - supportato da Matteo Buffagni nel quarto numero - trovasse una sua dimensione, una che possa permettergli di esprimere tutto il suo potenziale che (per quanto mi riguarda) ho sempre trovato molto inespresso e più incentrato a ricalcare gli stili di altri artisti con più visibilità di lui. Forse anche perché finora Lolli ha sempre svolto il compito del tappabuchi, il disegnatore che interveniva per poter permettere al disegnatore titolare della testata di riposarsi e quindi di dover cambia il suo stile per fornire al lettore una continuità di stile. Qui invece Lolli è titolare della mini e non dovendo ricalcare nessuno si concede libero sfogo, dando fondo alla sua vera natura e sui la Marvel dovrebbe investire assai.

Conclusione:
Le Segrete Guerre Segrete Di Deadpool è una miniserie pregevole e dalla profondità inaspettata, capace di divertire e valorizzare non solo la storia non solo come storia di Deadpool, ma anche come capitolo integrativo della originale Guerra Segreta di Jim Shooter e Mike Zeck. Ottimo lavoro!
- Symo

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