Come detto qui, diamo il via ad una nuova Rassegna Stampa che ci terrà compagnia per un bel pò! Dopo aver affrontato le produzioni cinematografiche di franchise come Lupin III, I Cinque Samurai e I Cavalieri dello Zodiaco, spostiamoci un pò sui fumetti: in particolare, su Secret Wars 2015. Da oggi in poi, ogni settimana, tratteremo di un volume/storia legata al crossover e ne faremo la recensione, fino a recensire tutti i volumi di cui è composta la saga. Questa volta si continua con GHOST RIDERS.
Dati Generali:
Dati Generali:
Testi: Felipe Smith
Disegni: Juan Gedeon
Anno di Pubblicazione: 2015
Etichetta: Marvel Comics
Volume Contenente: Ghost Racers (Vol. 1) #1-#4
Prezzo: 3,50 € (cad.)
Trama:
Su Battleworld non è sempre tutto territori, Baroni che li dominano e rigide regole. C'è anche un sacco di divertimento: anche se questo è perverso e sadico. Nel regno creato dal Dottor Destino, Arcade ha creato il Killiseum, una specie di distorto Colosseo in cui i superumani vengono catturati, schiavizzati e lanciati nell'arena a combattere tra di loro, per soddisfare la sete di sangue del pubblico. Tra le attrazioni principali, ci sono Robbie Reyes, Johnny Blaze, Dan Ketch, Carter Slade, Alejandra Blaze e Zero Cochrane: i Ghost Racers, motociclisti posseduti da demoni che gareggiano tra di loro a bordo bizzarre e micidiali moto.
Il mio Parere:
Avete mai avuto quella sensazione che, certe storie, non avrebbero dovuto esistere all'infuori dalla loro trama? Nel senso, come se la trama ben pensata, ma non così ben pensata da tirare fuori una storia anche di breve respiro? Beh, se non avete mai pensato questa cosa, allora per voi sarà la prima volta che avete a che fare con questo pensiero. Perché Ghost Racers è esattamente questo.
La cosa bella e brutta di questa miniserie di quattro numeri, è che muore sul nascere. I sei personaggi che si sono fregiati del titolo di Ghost Rider si ritrovano tutti assieme per gareggiare uno contro l'altro armati di cazzute motociclette pimpate con armi provenienti da dio sa dove con l'obiettivo di vincere e farsi tanto del male; sterzate, fiamme ovunque, ammazzamenti a go go e un sacco di parolacce. Eh niente, tutto qua. O almeno, questo aspetto della narrazione avrebbe dovuto essere l'unico aspetto della stessa. Le basi su cui si regge Ghost Racers avrebbero dovute essere queste e solo queste, senza ulteriori aggiunte e senza nient'altro che gli girasse attorno, poiché il tasso intrinseco di ignoranza non poteva permettere nient'alto. O meglio, poteva, ma non avrebbe funzionato, poiché avrebbe necessitato un protagonista principale che avrebbe dovuto spiccare sopra gli altri. Le gare dei Ghost Racers avrebbero dovuto essere semplicemente delle cose sullo sfondo, da far vedere come simpatico intermezzo o come semplice scena di una panoramica che mostrava come Battleworld ha rimescolato le carte in tavola del Multiverso Marvel.
Toh, andava anche bene come storiella breve di pochissime pagina, ma niente di più. E invece, Felipe Smith decide di sviluppare questa trama, creando una narrazione orizzontale che vede al centro di essa Robbie Reyes (l'attuale Ghost Rider) con tutti gli altri storici Riders a fare da disimpegnati comprimari sullo sfondo. Piano piano la storia acquista anche un villain principale e una missione da compiere, che vede la liberazione dei Ghost Racers dalla schiavitù di Arcade. Il punto è che, tirar fuori una trama da qualcosa che è solamente "bello da vedere", fa diventare la storia una accozzaglia di cose a casaccio buone solo per gustificare le botte. E' come Fast N' Furious. Perché c'è una trama in quei film? Perché così c'è un motivo per mostrare nuove automobili. Ecco cosa Ghost Racers. E' come Fast N' Furious: uno showroom con battute e dialoghi, tamarrissimo e non necessario.
Almeno ci si risolleva un po' il morale con l'arte di Juan Gedeon, disegnatore il cui stile calza a pennello per le esigenze grafiche di Ghost Racers, dove i protagonisti e i personaggi abbisognano di design grotteschi, spaventosi, bizzarri e fortemente heavy metal. Nonostante il tocco leggero, Gedoen riesce a soddisfare tutte le necessità della miniserie, offrendo al lettore delle tavole davvero spettacolari e dei personaggi con degli outfit davvero cazzuti e terrificanti.
Conclusione:
Ripetiamo: Ghost Racers è come Fast N' Furious, uno showroom con battute e dialoghi, tamarrissimo e non necessario.
- Symo
La cosa bella e brutta di questa miniserie di quattro numeri, è che muore sul nascere. I sei personaggi che si sono fregiati del titolo di Ghost Rider si ritrovano tutti assieme per gareggiare uno contro l'altro armati di cazzute motociclette pimpate con armi provenienti da dio sa dove con l'obiettivo di vincere e farsi tanto del male; sterzate, fiamme ovunque, ammazzamenti a go go e un sacco di parolacce. Eh niente, tutto qua. O almeno, questo aspetto della narrazione avrebbe dovuto essere l'unico aspetto della stessa. Le basi su cui si regge Ghost Racers avrebbero dovute essere queste e solo queste, senza ulteriori aggiunte e senza nient'altro che gli girasse attorno, poiché il tasso intrinseco di ignoranza non poteva permettere nient'alto. O meglio, poteva, ma non avrebbe funzionato, poiché avrebbe necessitato un protagonista principale che avrebbe dovuto spiccare sopra gli altri. Le gare dei Ghost Racers avrebbero dovuto essere semplicemente delle cose sullo sfondo, da far vedere come simpatico intermezzo o come semplice scena di una panoramica che mostrava come Battleworld ha rimescolato le carte in tavola del Multiverso Marvel.
Toh, andava anche bene come storiella breve di pochissime pagina, ma niente di più. E invece, Felipe Smith decide di sviluppare questa trama, creando una narrazione orizzontale che vede al centro di essa Robbie Reyes (l'attuale Ghost Rider) con tutti gli altri storici Riders a fare da disimpegnati comprimari sullo sfondo. Piano piano la storia acquista anche un villain principale e una missione da compiere, che vede la liberazione dei Ghost Racers dalla schiavitù di Arcade. Il punto è che, tirar fuori una trama da qualcosa che è solamente "bello da vedere", fa diventare la storia una accozzaglia di cose a casaccio buone solo per gustificare le botte. E' come Fast N' Furious. Perché c'è una trama in quei film? Perché così c'è un motivo per mostrare nuove automobili. Ecco cosa Ghost Racers. E' come Fast N' Furious: uno showroom con battute e dialoghi, tamarrissimo e non necessario.
Almeno ci si risolleva un po' il morale con l'arte di Juan Gedeon, disegnatore il cui stile calza a pennello per le esigenze grafiche di Ghost Racers, dove i protagonisti e i personaggi abbisognano di design grotteschi, spaventosi, bizzarri e fortemente heavy metal. Nonostante il tocco leggero, Gedoen riesce a soddisfare tutte le necessità della miniserie, offrendo al lettore delle tavole davvero spettacolari e dei personaggi con degli outfit davvero cazzuti e terrificanti.
Conclusione:
Ripetiamo: Ghost Racers è come Fast N' Furious, uno showroom con battute e dialoghi, tamarrissimo e non necessario.
- Symo
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