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venerdì 2 ottobre 2015

John Doe - Stagione 1: la recensione (Baloon Central #10)

Come abbiamo fatto per La Bibbia 2, oggi vi parliamo di un altro sottovalutatissimo fumetto Italiano che andrebbe però osannato un giorno si e l'altro pure: JOHN DOE


Dati Generali:
Testi: Lorenzo Bartoli & Roberto Recchioni
Disegni: Emiliano Mammucari, Walter Venturi, Giuseppe Manunta, Marco Cedric Farinelli, Luca Bertelè, Riccardo Burchielli, Andrea Accardi, Marco Guerrieri, Elisabetta Barletta, Alessio Fortunato, Davide Gianfelice, Massimiliano Notaro, Luca Russo, Fabio Mantovani, Alessandro Giometti, Marco Morandi & Maurizio Rosenzweig
Anno di Pubblicazione: 2002-2005 (durata della Stagione 1)
Etichetta: Editoriale Aurea
Prezzo: ND

Trama:
John Doe, il Braccio destro di Morte sulla terra, scopre che l'oscura mietitrice sta giocando sporco e decide di metterle i bastoni tra le ruote; ruba la falce dell'olocausto e si da alla fuga.

Il mio Parere:
Oddio, da dove comincio? C'è così tanto da parlare che non so proprio da dove cominciare. Facciamo così, prima dalle cose futili, poi dalla trama. John Doe è uno dei primissimi fumetti Italiani diviso in Stagioni, proprio come le serie tv, e la prima stagione va dal #1 al #24; la copertina usata per la rece, poi, è quella della prima uscita: questa serie non è mai stata raccolta in nessun volume, ma qualche immagine dovevo pur mettere, no? Così ho messo quella del primo numero. Ora, visto che forse molti di voi non sanno chi è John Doe, continuiamo la recensione presentando il personaggio.

 John Doe è un semplice umano con un lavoro molto particolare: è il direttore della Trapassati Inc.:l'agenzia di Morte sulla Terra (si, quella Morte, quella dei Quattro Cavalieri Dell'Apocalisse); insieme ai suoi collaboratori, controlla che tutte le morti avvengano nei modi e nei tempi stabiliti dall'entità nota come Fato e dal Grande Capo (Dio). I suoi diretti superiori sono gli altri tre Cavalieri Dell'Apocalisse (Guerra, Fame, Pestilenza), guidati da Morte in persona. John Doe viene però a sapere che Morte ha "imbrogliato sulle cifre", risparmiando la vita a un mucchio di persone per rimpinguare il suo personale esercito nel giorno del giudizio; in vista di una revisione dei conti da parte degli uffici delle Alte Sfere (e per nascondere l'ammanco), Morte organizza una devastazione in grande stile, in grado di procurarle milioni di nuove morti che vadano a coprire il "buco". John Doe scopre il suo piano e le ruba la Falce Dell'Olocausto: la versione più potente di tutte le sue falci e, senza la quale, non può mietere grandi numeri di vittime in un sol colpo, e scappa. La serie diventa quindi un susseguirsi di avventure on the road che omaggiano numerosi film e telefilm degli anni '70, sulle polverose strade americane, con John Doe in continua fuga grazie anche all'aiuto di numerose entità amiche, e morte e i suoi cavalieri dell'apocalisse implacabilmente sulle sue tracce; ma in verità, la serie è molto più che un opera prettamente citaizonista. John Doe è contemporaneamente, la cosa più Italiana e la cosa più Americana che leggerete: ha parecchio in comune (a livello di metodo creativo) con opere come il sopracitato Dylan Dog oppure Tex...ma!


Allo stesso tempo, si discosta da esse per una lunga serie di scelte brillanti, alternativi e innovative per un fumetto Italiano sempre legato ai soliti cliché: sopra tutte le altre, il fatto che il fumetto sia diviso in stagioni come i telefilm, come anticipato prima. Qualche altro esempio? Beh, il protagonista è uno stronzo e (senza paura di essere linciato) posso dire che John Doe è il John Constantine Italiano; di solito si cerca di fare il protagonista prettamente buono, magari un pò badass alla Nathan Never, ma non proprio un fetente (come appunto JD). Non si cede nel "si cambia tutto per non cambiare niente" tipico del fumetto seriale: qui i comprimari muoiono, i ruoli si invertono, i mondi si ribaltano, tra ben riusciti e graditissimi episodi di metafumetto e una trama che dovrebbe essere surreale, ma che è invece quanto di più logico e sensato che esiste. Quello che colpisce, è la sua intrigante strutturata, capace di abbandonare la trama principale (per periodi di tempo anche lunghi) per esplorare storie e situazioni parallele, senza che l'integrità del fumetto ne risenta minimamente: il tutto squisitamente in continuità e necessario ai fini della trama; detto in parole povere: ci sono degli episodi filler, ma fighissimi, e utili poi per capire tutta la stagione; fantasia a go go, non-sense, spiazzanti e intelligenti colpi di scena, ambientazioni folli e visionarie, ma tutto solidamente ancorata ai vincoli della logica (senza contare un geniale utilizzo degli archetipi e degli stereotipi).


Conclusioni:
Una dei migliori serie a fumetti Italiani che vi capiterà di leggere: fidatevi e recuperatela, anche se, per quanto riguarda un recupero cartaceo, l'impresa può essere ardua, visto che la serie è finita da molti anni e i primi numeri sono molto difficile da reperire (per questo non è stato segnalato il prezzo). Perciò, vi consigliamo l'applicazione della Aurea per iPad e recuperare così tutti i numeri anche successivi alla prima stagione. Non sarà come leggerli in formato cartaceo, ma l'importante è leggere, no?

- Symo

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